Cosmopol e Summer Fest: due indagini che agitano il sonno dei cittadini avellinesi
Agosto 31, 2023Passata la buriana godereccia del Ferragosto, si sono aperti due filoni di indagini che prefigurano qualche nube nei cieli di Avellino.
Un decreto di urgenza del sostituto procuratore Paolo Storari, a seguito di indagini del Nucleo di polizia della Guardia di finanza di Milano, ha portato alla disposizione di controllo giudiziario a carico della Cosmopol, azienda di vigilanza nata ad Avellino. Il sospetto di caporalato è sorto sulla scorta delle deposizioni di alcuni dipendenti che sarebbero stati sottoposti a gravosi turni lavorativi con paga oraria di cinque euro lordi. Le pessime condizioni di lavoro, attestate dagli interessati, sarebbero aggravate dalle minacce di peggioramento delle incombenze, con turni fino a dodici ore di lavoro consecutive, o di soppressione delle ferie o anche di licenziamento.
La Cosmopol è un’affermata azienda di vigilanza ed investigazione fondata dalla famiglia Matarazzo nel 1986; e da allora è cresciuta sempre più come volume d’affari, aumentando i numeri dei dipendenti che dai 1253 nel 2016 sono arrivata ai 3855 attuali; di pari passo sono cresciuti il parco automezzi (circa 400) e il fatturato che si attesta intorno ai 135 milioni di euro. L’ampliamento è frutto delle numerose sedi dislocate in tutta Italia (Avellino, Benevento, Foggia, Napoli, Lecce, Roma e Milano). Il successo imprenditoriale ha portato la Cosmopol ad essere la seconda azienda di vigilanza in Italia. Certo, se dovessero essere confermati i sospetti, tutti da vagliare e verificare, da parte dell’Autorità giudiziaria, il successo di cui sopra sarebbe offuscato dagli abusi di potere verso dei poveri dipendenti, il cui torto sarebbe solo il bisogno di lavorare per poter vivere e mandare avanti le famiglie. Se sarà accertato il contenuto delle accuse potremmo parlare di caporalato, questa volta esercitato da individui in giacca e cravatta, che non si discosterebbe dell’odiosa azione coercitiva di certi datori di lavoro ai danni dei migranti nei faticosi raccolti nei campi.
L’altra inchiesta promossa nell’ultima settimana di agosto riguarda le spese del Summer Fest, cioè di quel calendario fittissimo di eventi promosso dall’Amministrazione comunale in carica e che è costato oltre un milione di euro, somma cofinanziata da Comune di Avellino e Regione Campania.
Precisiamo: anche in questo caso siamo alla fase embrionale dell’inchiesta, sorta su iniziativa delle forze dell’ordine, che ora la Procura passerà al vaglio. Saranno chiamati a chiarimenti amministratori e funzionari pubblici, a dimostrare se le procedure per la conclusione dei contratti con gli artisti che si sono esibiti abbiano seguito l’iter legale, come il ricorso al mercato elettronico degli appalti, oppure no. Il sindaco si è mostrato sereno “quasi contento”, espressione da lui resa alle tv locali, che l’ Autorità giudiziaria faccia chiarezza sul rendiconto finanziario della kermesse da lui fortemente voluta.
Del gradimento e dell’opportunità di spendere il cospicuo budget per un Festival estivo si può discutere a lungo e con svariate opinioni, ma non vorremmo che il tutto si rivelasse un affare gestito da pochi e per pochi, altrimenti anche questo filone come il precedente rischia di trasformarsi in una triste pagina di abusi consumati a carico della cittadinanza.