Festa del papà 2020: far sentire importante ogni padre anche quando giovedì 19 marzo sarà finito!

Festa del papà 2020: far sentire importante ogni padre anche quando giovedì 19 marzo sarà finito!

Marzo 17, 2020 Off Di Redazione

La festa del papa’: origini, ricette e perché si dice ‘babbo’

Quale migliore occasione per allentare la tensione di questi giorni di un bel pranzo insieme al proprio papà?

I tempi sono difficilissimi e durissimi. Nessuno si sarebbe mai potuto aspettare di vivere l’arrivo della primavera chiuso in casa. La necessità di sconfiggere il coronavirus, però, ci ha unito in questa battaglia sanitaria e di civiltà. E quindi anche i piccoli momenti di festa devono essere vissuti con gioia e spensieratezza, così da portare un po’ di sorrisi nelle nostre abitazioni. Quale migliore occasione, perciò, di festeggiare la festa del papà?

Origini storiche

La festa del papà nasce nei primi decenni del 20° secolo, complementare alla festa della mamma per festeggiare la paternità e i padri in generale. La festa è celebrata in varie date in tutto il mondo, spesso è accompagnata dalla consegna di un regalo al proprio padre. Già nel 1871 la Chiesa Cattolica aveva proclamato San Giuseppe (festeggiato il 19 marzo) protettore dei padri di famiglia e patrono della Chiesa universale. Come sintetizzava papa Leone XIII: “In Giuseppe hanno i padri di famiglia il più sublime modello di paterna vigilanza e provvidenza; i coniugi un perfetto esemplare d’amore, concordia e fedeltà coniugale; i vergini un tipo e difensore insieme della integrità verginale. I nobili imparino da lui a conservare anche nella avversa fortuna la loro dignità e i ricchi intendano quali siano quei beni che è necessario desiderare. I proletari e gli operai e quanti in bassa fortuna debbono da lui apprender ciò che hanno da imitare”.

La prima volta negli Stati Uniti

La prima volta documentata in cui fu festeggiata negli Stati Uniti d’America sembrerebbe essere il 5 luglio 1908 a Fairmont, West Virginia, presso la chiesa metodista locale. Fu la signora Sonora Smart Dodd la prima persona a sollecitare l’ufficializzazione della festa; senza essere a conoscenza dei festeggiamenti di Fairmont, ispirata dal sermone ascoltato in chiesa durante la festa della mamma del 1909, ella organizzò la festa per la prima volta il 19 giugno del 1910 a Spokane. La festa fu organizzata proprio nel mese di giugno perché in tale mese cadeva il compleanno del padre della signora Dodd, veterano della guerra di secessione americana.

19 marzo ma non solo

La data dei festeggiamenti varia da paese a paese. In alcuni stati di tradizione cattolica, la festa del papà viene festeggiata il giorno di San Giuseppe, il 19 marzo. Nei paesi che seguono la tradizione anglosassone, ossia molti nel continente americano, la festa si tiene la terza domenica di giugno; in altri paesi la data della festa del papà segue invece tradizioni locali. In alcuni stati la festa è associata ai padri nel loro ruolo nazionale, come in Russia, dove è celebrata come la ‘Festa dei difensori della patria’ e in Thailandia, dove coincide con il compleanno del defunto sovrano Rama IX, venerato come padre della nazione.

‘Papà’ o ‘Babbo’?

Se ci si domanda quale delle due terminologie si è diffusa prima in Italia, la risposta si potrà trovare nella Divina Commedia. La parola ‘babbo’ è già presente nel 33° Canto dell’Inferno di Dante, quando il sommo poeta tenta di descrivere il fondo dell’universo: “Che non è impresa da pigliare a gabbo Descriver fondo a tutto l’Universo, Né da lingua, che chiami mamma, o babbo”. La presenza del termine nella Divina Commedia ci assicura la sua ampia diffusione nell’Italiano volgare almeno dal 1300, mentre per trovare testimonianza scritta della locuzione ‘papà’ bisogna aspettare duecento anni, nei Ragionamenti cinquecenteschi dell’autore toscano Pietro Aretino. Inoltre, anche per quanto riguarda la lessicografia ufficiale, ‘babbo’ è presente nel ‘Vocabolario degli Accademici della Crusca‘ dalla prima alla quarta edizione, mentre ‘papà’ vi sarà inserito solo nel tardo Ottocento.

ZEPPOLE DI SAN GIUSEPPE AL FORNO

Zeppole di San Giuseppe al forno, ricetta per pasticcini ripieni di crema pasticcera, decorati con la classica amarena in cima e una spolverata di abbondante zucchero a velo. Le zeppole di San Giuseppe sono un dolce tradizionale originario della Campania che si prepara per la festa del papà il 19 marzo, il giorno di San Giuseppe.

La ricetta delle zeppole al forno non è difficile ma occorre seguire il procedimento passo passo per realizzare la pasta Choux, sia nella lavorazione degli ingredienti, sia nella cottura. Otterremo così delle zeppole soffici e golose.

INGREDIENTI

  • 150 g di acqua
  • 100 g di burro
  • 150 g di farina
  • Un pizzico di sale
  • 5 uova medie
  • crema pasticcera q.b.
  • ciliegie sciroppate
  • zucchero a velo

PROCEDIMENTO

  1. In una pentola versiamo l’acqua e il burro, aggiungiamo un pizzico di sale e portiamo sul fuoco. Mescoliamo fino a completo scioglimento del burro.

Appena inizia a bollire aggiungiamo tutta la farina e mescoliamo con il mestolo per qualche minuto fino a che l’impasto forma una palla compatta. Quindi togliamo dal fuoco e lasciamo intiepidire.

  • A questo punto aggiungiamo le 5 uova medie, una alla volta. Amalgamiamo bene ogni uovo prima di aggiungere il successivo. L’impasto diventerà denso e cremoso.
  • Riempiamo una sac a poche con una punta a stella. In una teglia rivestita di carta forno formiamo le zeppole. Facciamo due giri lasciando vuoto il centro e tenendo un po’ di distanza tra una e l’altra perché si gonfiano in cottura.

Mettiamo in forno ventilato a 200°C per i primi 15 minuti, poi abbassiamo a 190°C per altri 10 minuti. Quindi spegniamo il forno e teniamo lo sportello socchiuso, possiamo bloccarlo con un mestolo. Teniamo le zeppole in forno fino a raffreddamento.

  • Quando le zeppole di San Giuseppe sono pronte possiamo guarnire con la crema pasticcera aiutandoci con la sac a poche. Cerchiamo di riempire prima il centro e poi facciamo un bel ricciolo di crema sopra. Mettiamo un’amarena sciroppata al centro di ogni zeppola e spolveriamo di abbondante zucchero a velo.
  • Le zeppole di San Giuseppe sono pronte per essere servite!