Salvati perché figli amati
Gennaio 7, 2024Volge al termine il tempo del Natale e con esso si conclude un momento di gioia e viva suggestione, in questo primo scorcio dell’anno appena in fasce. Con gradualità, gli addobbi e le luci nei centri cittadini lasceranno lo spazio ad una lucentezza offuscata dai canoni della normalità. I suoni natalizi della tradizione dovranno cedere il passo agli stridori della mondanità: un andirivieni guarnito di impegni e preoccupazioni, che fa da contorno a giornate lavorative, talvolta trascinate, altre, invece, vissute con quel sano entusiasmo fatto di sacrifici e patimenti accolti con amore.
È proprio l’amore a colorare ritmi abitudinari e ad alleviare la pesantezza di fatiche apparentemente insopportabili. Ogni cosa acquista quella bellezza che dà forza e senso alla vita, diventando così un lascito morale considerevole da custodire e tramandare. I pensieri beneauguranti dovranno scontrarsi con le evidenze di un cammino dai presupposti difficili e preoccupanti. La speranza va coltivata con intensità e una visione tendenzialmente ottimistica, per fronteggiare eventuali ostacoli che, inevitabilmente, si andranno a frapporre lungo il cammino. Dio si è fatto uomo nel tempo del Natale; con il battesimo conferma con risolutezza la natura umana, mettendosi in fila con i peccatori, Lui che era senza peccato. È sorprendente questa visione che rinnova l’avvenimento del Natale, confermando quel dono che ci rende figli e fratelli in Gesù Cristo, avviando così un cammino benedetto dalla misericordia, alla luce dello Spirito Santo. Gesù si dona all’umanità come principio di riconciliazione e di pace, inaugurando un cammino di fraternità e di conversione, che chiede di essere testimoniato e, al tempo stesso, donato.
La conversione è un cammino che ci insegna ad amare, uscendo dalle nostre ristrettezze e miserie per poter percorrere quei sentieri che portano a Dio: fidarsi e affidarsi al tempo stesso. È una condizione che richiede predisposizione d’animo per poter vincere quella refrattarietà che fa parte dell’indole umana.
«L’empio abbandoni la sua via e l’uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona. Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri,
le vostre vie non sono le mie vie» (Is 55, 7-8), ricorda il Signore attraverso la voce del profeta Isaia. Purtroppo siamo abituati a cercare e volere conferme con tempestività e rigore scientifico, diversamente l’incertezza e il dubbio ci portano a mettere in discussione anche solidi pensieri e ragionamenti. Le false verità, propagandate da affabulatori e provati persuasori, sono talvolta accolte a cuor leggero, pur nascondendo false verità. Le truffe e le mistificazioni propinate attraverso le reti informatiche ne sono una evidente testimonianza. Le parole del profeta Isaia trovano una conferma e una evidenza storica maturata dall’obbedienza di Maria che ha atteso e accolto le verità annunciatale.
Il tempo che ci attende dovrà disporre il nostro animo davanti al Signore con un atteggiamento di umiltà e di fiducia, sapendo che le catene del male e del peccato sono state spezzate da Gesù. Il cammino che ci attende potrà così mutare in un percorso di grazia per poter testimoniare con fede questo amore all’umanità intera e rinsaldare quel principio di fraternità: prerogativa incontrovertibile per la pace. Papa Francesco ci esorta a camminare in questa direzione, facendoci testimoni del Vangelo, ognuno nel proprio ambito di vita, con entusiasmo e gioia contagiosa. Questo proponimento è la preghiera, beneaugurante per l’anno che ci attende, da affidare a Gesù venuto come fratello e amico ad abitare la nostra umanità peccatrice per un desiderio di amore e di salvezza.
«Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento» (Mc 1, 11). Anche noi con il battesimo siamo diventati figli amati. «Battezzato vuol dire immerso in Dio» (Ermes Ronchi). «Il nostro male è che siamo immersi in un mare d’amore e non ce ne rendiamo conto» (Giovanni Vannucci).
Mario Baldassarre