Massima fiducia nei Vigili del Fuoco, minima nei PoliticiSondaggio del Centro Studi 50 & Più
Febbraio 2, 2024Da un’inchiesta-sondaggio condotta dal Centro Studi 50 e Più, su un campione di mille persone con età superiore ai cinquant’anni, emerge che le Forze dell’Ordine con il 71% ed i Vigili del Fuoco (85,5%) ispirano maggiore fiducia nella popolazione. Al terzo e quarto posto si classificano il Presidente della Repubblica che riceve il 68,9% di gradimento e la società civile con il 62,7%.
Ovviamente l’autorevolezza di Mattarella a rappresentare la più alta carica dello Stato influisce sull’alta percentuale di favore; egli non a caso è stato invitato al secondo mandato per continuare la saggia regia di garante delle istituzioni e della democrazia in Italia. Anche la società civile incontra il favore della collettività (62,7%) in quanto espressione di iniziative di raccolta fondi a scopo benefico
ed associazioni solidali a favore della comunità.
Suscita alta considerazione anche il Governo (44,8%) attualmente guidato dalla premier Meloni; ma tale impressione sarà più obiettivo
valutarla tra qualche anno dopo aver visto all’opera l’esecutivo
affrontare tante criticità. Lo Stato Italiano (47,9%) ed il Comune
(48,2%) godono del favore di metà degli intervistati: il primo perché riesce ancora a garantire un buon livello di welfare e il secondo in quanto è percepito più vicino alle esigenze dei cittadini pur tra tante le difficoltà di bilancio.
Decisamente in ribasso la fiducia nelle Associazioni di categoria
(41,8%) in quanto non sempre tutelano i lavoratori con imparzialità oppure si lasciano fuorviare anch’essi da politiche clientelari. Così come la Magistratura (43,5%) a causa della lentezza esasperante dei processi e probabilmente anche perché non rispetta rigorosamente quel ruolo di terzietà che gli sarebbe congeniale (vedi familiarità dei magistrati verso la politica).
Anche l’Unione Europea per molti ha un tasso di fiducia che non raggiunge la sufficienza (40,4%): cio è dovuto alle grandi
aspettative verso un organismo comunitario burocraticamente lento e che spesso non riesce ad adottare politiche unitarie per i suoi consociati. All’unione monetaria non è seguita uniformità dei programmi in tanti settori. Sono quanto mai attuali le proteste in agricoltura: intere filiere di produzione sono penalizzate da rischiare
abbandono e fallimenti. E spesso l’UE risulta cedevole all’influenza
delle lobbies, portatrici di interessi che vanno a favorire le
multinazionali a scapito dei piccoli esercenti (che siano agricoltori, allevatori o commercianti).
Fanalino di coda della classifica è occupata dal Parlamento italiano
(31,2%) e dai partiti politici (18,4%). Di fatto le Camere registrano spesso assenze e atteggiamenti ostruzionistici da parte di deputati e senatori che badano in primis alla poltrona e poi al bene comune.
Riprovevoli i cambi di partito in corsa che denotano scarsa
coerenza politica: ciò andrebbe disciplinato con la decadenza del
ruolo e non con la confluenza nel Gruppo Misto. Per tali disinvolti
atteggiamenti di incoerenza e trasformismo i cittadini si sentono sempre più distanti dai partiti politici che oramai affidano la loro propaganda a mass media e social.