Ricchi e Poveri “ Ma non tutta la vita” – Non abbiamo dubbi, è questa la canzone più bella di Sanremo 2024 che meritava la vittoria.

Ricchi e Poveri “ Ma non tutta la vita” – Non abbiamo dubbi, è questa la canzone più bella di Sanremo 2024 che meritava la vittoria.

Febbraio 13, 2024 Off Di Rosario Oliva

Usciamo allo scoperto e a distanza di una settimana dalla fine del Festival di Sanremo 2024 riveliamo qual è stata la canzone più bella. Per noi questa è la canzone più bella del Festival di Sanremo. Il Festival di Sanremo 2024 si è concluso con la vittoria di Angelina Mango che ha portato in gara il brano “La noia”, a seguire Geolier con “I p’ me, tu p’ te”, terza Annalisa.

Noi però abbiamo deciso di dare un nostro parere molto schietto e onesto a distanza di una settimana dalla fine del Festival. Signore e signori, abbiamo i nostri vincitori: sono i RICCHI E POVERI. Più volte abbiamo rilevato che quando c’è studio, voglia di cercare parole e di recuperare la tradizione per guardare al domani, si va verso qualcosa di molto positivo, come nel caso di questo brano. ‘Va bene, ti aspetto, ma non tutta la vita; ti giri un momento, la notte è finita’ è un verso che fa riferimento al fatto che sebbene la misura del tempo resti uguale, l’attesa sembra sempre lunghissima mentre l’incontro è percepito come un battito di ciglia. Certamente l’idea di “Ma non tutta la vita” è quella di superare la malinconia fuggendo dalla realtà e mordendo ciò che resta da mordere.

Il motivo ricorrente è quello della rosa, che simboleggia l’amore, ma anche la sua caducità e fragilità. Il tempo è un elemento fondamentale che scandisce il passaggio dalla notte al giorno, dal divertimento alla malinconia, dall’illusione alla delusione. Il messaggio finale è quello di vivere il presente, senza pensare al futuro, ma anche senza illudersi su una durata eterna dell’amore. Siamo di fronte a una versione più blanda del carpe diem – L’attimo fuggente. Solo che nel caso di “Ma non tutta la vita,” l’attimo è già passato e, da fuggente, si è trasformato in disperato. Gli stessi Angela Brambati e Angelo Sotgiu nel presentare la loro canzone parlano di un’alba che resta sempre alba.

Si nega il passare del tempo e così viene descritta una stagione che non c’è più: i Sanremo passati. I Ricchi e Poveri dovrebbero trovare parole per il tramonto e invece cantano l’alba. Proprio loro che dovrebbero essere accolti e celebrati come re. Il colore del loro tramonto avrebbe dovuto trovare parole in grado di celebrarne la presenza e dare a loro il meritato valore, nel presente.

Così la canzone dei Ricchi e Poveri diventa un capolavoro proprio per questo: è la rappresentazione di una generazione fragile e incapace di costruire qualcosa di solido, una generazione che perde facilmente il controllo e va in confusione. Fugge. La confusione del sabato sera è presentata in “Ma non tutta la vita” come un elemento negativo, ma anche come fonte di magia; la rosa è usata come metafora dell’amore, ma anche come simbolo di appassimento; il tempo è visto come un nemico, ma anche come un invito a godersi la vita.

I Ricchi e i Poveri sono anziani che cantano da giovanissimi, i primi per storia e vendite che nel presente arrivano ultimi. PER NOI I VERI VINCITORI DEL FESTIVAL SONO LORO!