Il cammino cristiano matura lungo le vie della misericordia

Il cammino cristiano matura lungo le vie della misericordia

Aprile 7, 2024 Off Di Mario Baldassarre
Immagine tratta da https://teresina1.myblog.it/

Le giornate primaverili manifestano un sorprendente riequilibrio delle condizioni climatiche, in linea con le caratteristiche stagionali. Le temperature, particolarmente miti sin dal mattino e i pomeriggi particolarmente soleggiati, hanno favorito una graduale e cospicua ripresa vegetativa, dopo il lungo riposo invernale. Le pendici collinari cominciano ad acquistare i naturali riflessi verdeggianti: chiara espressione del territorio irpino; nei giardini i mandorli in fiore restituiscono quell’elegante bellezza, che sa di rinascita. Un motivo davvero singolare e importante in questo tempo ostile, in cui la “speranza” è riposta nella “ripartenza” di un buon cammino per tutta l’umanità. Ed è proprio il mandorlo ad incarnare la nascita e la risurrezione, dopo il lungo periodo della senescenza invernale: un inno di speranza alla bellezza della vita nascente; un monito di prosperità per il nostro tempo.

“La quercia chiese al mandorlo: Parlami di Dio. E il mandorlo fiorì.”, scriveva il poeta greco Nikos Kazantzais. Tanta bellezza emerge da questi versi, nei giorni che seguono la cristiana risurrezione. Nella salvezza, maturata dal sacrificio della croce, che come albero di vita è fiorito, possiamo leggere una speranza nella speranza, che dona sollievo e soavità di spirito.

In questa domenica si celebra la festa della Divina Misericordia, istituita dal santo padre Giovanni Paolo II, secondo la rivelazione e il volere di Gesù espresso alla prediletta santa Faustina Kowalska. «Io desidero che vi sia una festa della Misericordia: voglio che l’immagine, che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la festa della Misericordia […] Desidero – ha detto Gesù – che la festa della Misericordia sia di riparo e rifugio per tutte le anime e specialmente per i poveri peccatori» (Diario di Santa Faustina Kowalska, p. 75 e p. 440). «La misericordia – ricorda papa Francesco – non è una dimensione fra le altre, ma è il centro della vita cristiana: non c’è cristianesimo senza misericordia: è l’aria da respirare».

C’è urgenza e forte bisogno di misericordia, proprio in questo periodo avulso da ogni forma di perdono che, per una visione molto spesso egocentrica, è diventato elemento che testimonia debolezza ed ingenuità. Si è sempre meno inclini ad offrire il perdono e, spesso, quando si è perdonati si mostra una certa diffidenza, ipotizzando dietro tale gesto un secondo fine nascosto. La presunzione e la superbia, ci ricorda sempre papa Francesco, hanno come estrema conseguenza la “sclerocardia”, che chiude il cuore alla grazia di Dio e al bene che da essa matura: «A chi nella fede accoglie la sua presenza risorta, poi, Gesù consegna il potere di perdonare i peccati, forza liberante che trasforma la relazione con Dio e dispiega la possibilità di un’inedita esperienza di pace» (Simone Morandini).

La Misericordia passa attraverso le ferite e i segni della Passione, diventando dono di salvezza. Solo attraversando la porta della sofferenza e del sacrificio si potranno guadagnare e gustare i frutti della guarigione. Questa condizione può essere sperimentata anche nel saper riconoscere con umiltà le proprie miserie e le mancanze, offrendole al Signore attraverso il sacramento della Riconciliazione, di cui si fa memoria nella lettura evangelica odierna (cfr. Gv 20, 19-31). Tutte le volte in cui ci sentiamo vinti dalla vergogna e dall’immoralità delle nostre mancanze dobbiamo «rendere grazia al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre» (Sal 117). Diversamente faremo prevalere la nostra pochezza umana e quella visione troppo angusta, che ci porta a riporre più fiducia nel male, anziché nel bene.

Mario Baldassarre