Prospettive di buon cammino cristiano

Prospettive di buon cammino cristiano

Giugno 9, 2024 Off Di Mario Baldassarre
Immagine tratta da https://www.pinterest.co.uk/

Tradizionalmente la prima settimana di giugno coincide con la fine dell’anno scolastico, aprendo così uno spazio di rilassatezza che si protrae nel lungo periodo estivo. Per la media e piccola borghesia, questo momento segnava l’inizio della villeggiatura, con le autostrade percorse da una fila di Fiat ricolme di suppellettili di ogni tipo, per far fronte ad una vacanza godendo di ogni comfort.

Era, comunque, tutto più semplice, si mandavano cartoline, che sarebbero arrivate a fine ottobre, per il solo gusto della spensieratezza e augurare “buone vacanze”. Nonostante il periodo extralage di ferie, l’Italia era una delle prime potenze industriali, nel pieno di un boom economico segnato da una prosperosa crescita socio-culturale e da un graduale sviluppo tecnologico, dopo la ricostruzione post-bellica. “Tiemp bell ’e na vota”, direbbero i nostalgici, impreziosendo il pensiero con una scanzonata espressione napoletana, che riesce a riportare il buonumore anche in condizioni apparentemente complicate. La vita bella, in uno spazio di incontenibile e spartana semplicità, era quella! Nonostante il progresso economico, apparentemente sostenibile, abbiamo assistito ad un considerevole regresso valoriale, che si percepisce ad ogni angolo sociale, confermato da arroganza e supponenza oltremisura, oltre ogni buona regola di convivenza civile.

Il progresso, che avrebbe dovuto segnare una significativa forma di benessere, dopo i periodi bui vissuti durante i conflitti mondiali e la triste piaga degli eccidi nazi-fascisti, si è tramutato in arrivismo con una corsa sfrenata al profitto. L’equilibrio morale ed interiore, spesso, cede il posto ad una irascibilità e ad una indignazione di fondo, dinanzi a situazioni semplici che andrebbero affrontate con buon senso e rettitudine. In queste ultime settimane l’attenzione mediatica si è polarizzata sul clima elettorale, che è diventato ben presto incandescente, favorendo forme di scontro, a dispetto di confronti leali su linee programmatiche e visioni politiche fattibili e sostenibili, ben lontane da una becera impronta demagogica. Numerose sono state le cadute di stile percepite, che non hanno permesso la chiara espressione di una linea politica dall’alto spessore culturale. Ad ogni modo, come sosteneva il santo padre Paolo VI, la politica rappresenta la “forma più alta di carità”. Basterebbe coltivare con consapevolezza ed efficacia questa visione per aprire una prospettiva di pace e benessere di cui l’umanità ha estrema necessità. Il santo padre Francesco ha considerato il cammino di sinodalità come “la via che Dio vuole per la Chiesa del terzo millennio”.

Un percorso di unione e condivisione che, attraverso un sano discernimento – con la “conversazione nello Spirito” –, permette di capire e aderire alla volontà di Dio. Il Papa invita ad uscire da una situazione strettamente clericale e “imparare a camminare insieme, ognuno con i propri carismi, in particolare quelli dei laici per ‘evangelizzare’ le realtà umane” (cfr Lettera del Santo Padre Francesco ai parroci). Le vicende complicate di questo tempo, tuttavia, non sono in sintonia con questa visione, che va coltivata per poter ristabilire, attraverso una nuova strategia politica condivisa, una soluzione alle numerose guerre che infangano il buon cammino dell’umanità. «Ormai abbiamo visto che gli umanesimi senza Dio si risolvono tutti nell’avvilimento e nella distruzione dell’uomo. Ormai quanto è avvenuto con tutte le crudeli e inutili guerre e con tutte le crudeltà e inutili rivoluzioni di questo secolo – che è stato il più insanguinato della storia – dovrebbe averci fatto capire che, se non si riscopre il Padre, è assurdo pretendere che gli uomini possano seriamente e sinceramente vivere come fratelli e finirla di giocare ai massacri» (Card. Giacomo Biffi, dal discorso pronunciato in Bologna il 4 ottobre 1987, in Memorie e digressioni di un italiano cardinale, ed. Cantagalli 2007). Il pensiero del Cardinale bolognese, dopo circa quaranta anni, è di una chiara attualità ed invita a ritornare ad una sana visione cristocentrica, diversamente «l’uomo sarà sempre in pericolo: in pericolo di essere asservito ad altri uomini, magari in nome del benessere e della giustizia; in pericolo di essere manipolato e artefatto, con la scusa dei diritti della scienza; in pericolo di essere reso infecondo e votato all’estinzione in nome dell’egoistica felicità dell’individuo» (Card. Giacomo Biffi, dal discorso pronunciato in Bologna il 4 ottobre 1987, in Memorie e digressioni di un italiano cardinale, ed. Cantagalli 2007).

Questa visione dovrebbe guidare il buon cammino della nascente classe politica europea, cancellando ogni faziosità e predisporre un programma condiviso e responsabile, volto a ristabilire un tempo e un clima di pace e serenità. È una speranza che va coltivata ed affidata alla mano amorevole di Dio in occasione del prossimo anno Santo Giubilare.