Ripartire con fede, speranza e carità

Ripartire con fede, speranza e carità

Settembre 1, 2024 Off Di Mario Baldassarre
Immagine tratta da https://mjdasma.blogspot.com/

«E si festeggiava la fine di un’estate…», cantava in “trentuno agosto” Nino D’Angelo, sul finire degli anni Ottanta, per celebrare in maniera nostalgica la fine delle spensieratezze estive e di acerbi “amori di acqua salata” di gioventù. Una maniera, certo originale, per ricordare i momenti più significativi di lunghe vacanze, che dalla rilassatezza si aprivano sul tempo della consapevolezza e del ripristino di una routine fatta di impegni, fatiche e senso di responsabilità. Sui lidi balneari gli ombrelloni si apprestano ad essere chiusi, ammainati come vessilli, testimoni delle belle giornate trascorse vivendo e contemplando lo scroscio delle onde marine e lo spassoso volteggiare dei pesci. Le fortezze degli ultimi castelli di sabbia non reggono i colpi dell’acqua che inonda sulla spiaggia. Queste giornate di fine stagione, tuttavia, rappresentano ormai un surrogato per quanti vorranno beneficiare di una vacanza ad oltranza.

Gli eventi climatici ripropongono un copione preoccupante già visto, che col passare degli anni si inasprisce. Le piogge abbondanti, in più parti d’Italia, hanno generato considerevoli disastri ambientali. Le prime reazioni dinanzi a queste situazioni incresciose mirano a cercare colpevoli incuranti della salvaguardia degli stati idrogeologici degli ambienti. Lo stato allarmante di una terra “malata” rimanda invece a questioni ben più gravi, che testimoniano un’incuria evidente su più fronti, con pericoli considerevoli ben difficili da arginare. Solo in questi momenti riusciamo a prendere contezza dei continui appelli di papa Francesco e dell’importanza di curare la “casa comune”. «Spera e agisci con il creato», sostiene il Santo Padre, ricordando altresì che la speranza è una «lettura alternativa della storia e delle vicende umane: non illusoria, ma realista, del realismo della fede che vede l’invisibile».

In questo tempo così angusto è necessario riscoprire e vivere con lo sguardo rivolto all’altro, superando l’egoistico individualismo che ci ha resi padroni oltremisura, ben al di là di quelle delle nostre competenze e prerogative. Maturare un’attenta sensibilità ambientale è, pertanto, utile per salvare non soltanto noi stessi, ma aprire nuove prospettive per il bene comune, creando valore aggiunto considerevole. Ci attende quindi un tempo di nuove sfide, di cura e, al tempo stesso, amore da non sciupare, ma coltivare con attenzione e responsabilità. Lo sguardo di Dio è rivolto al cuore dell’uomo, dove nascono le intenzioni, buone o cattive: è proprio lì che il Padre vuole abitare per ricostruire quella sana intimità che si configura con un piano di salvezza.

Quando le nostre vite sono permeate dal dubbio, dall’incertezza e dalla disperazione bisogna fedelmente confidare nelle amorevoli cure paterne, che al tempo stesso diventano fonte di guarigione, tutte le volte in cui si intraprende un sano cammino di consapevolezza, oltre le soglie di una materialità stringente ed opprimente che genera uno stato di “sclerocardia”. «Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa! Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro, nel profondo del suo animo, del suo cuore. Così è incerto del senso della sua vita su questa terra è invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione. Permettete quindi – vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permettete a Cristo di parlare all’uomo. Solo lui ha parole di vita eterna». È forte e chiaro l’appello del Santo padre Giovanni Paolo II; chiarisce con esattezza la purezza del cuore che permette di accogliere la Parola di Dio e, al tempo stesso, diventa uno scrigno d’amore per i fratelli. Un amore che si nutre attraverso gesti di carità, vissuti con esattezza ed autenticità, come ci ricorda San Giacomo nella lettera agli apostoli: «visitare gli orfani e le vedove nelle sofferenze e non lasciarsi contaminare da questo mondo» (Gc 1, 27).

Con questi buoni propositi bisognerà incamminarsi verso questo scorcio conclusivo di anno, dopo le lunghe e rilassanti vacanze estive, che hanno permesso di recuperare le energie indispensabili per il corpo e lo spirito. Ci attendono nuove sfide, nuovi traguardi da raggiungere e potenzialità da capitalizzare nella maniera più opportuna, in vista della fase conclusiva del cammino Sinodale, nel prossimo mese di ottobre, e della apertura dell’anno santo giubilare.