Il virtuoso cammino della speranza alla luce della Parola

Il virtuoso cammino della speranza alla luce della Parola

Settembre 22, 2024 Off Di Mario Baldassarre

Il cammino nel tempo della storia consente di riscoprire momenti significativi e profondi arricchiti dall’esperienza, che rimarca le rughe del tempo vissuto e, con esse, il senso di lungimiranza per costruire con avvedutezza i sentieri di un futuro migliore. La testimonianza unisce, nel presente, passato e futuro dando continuità alla storia in un circolo virtuoso dal valore aggiunto considerevole. La vita, quindi, acquista significatività quando è arricchita dal “dare”; diversamente, si vive un tempo anchilosato, inframezzato nell’eternità, del quale non resta memoria, se non la turpitudine di momenti infecondi di cui si fa presto a perdere traccia.

Il pericolo dei nostri giorni si vive nel pensiero facinoroso della corsa, pensando, inavvertitamente, di moltiplicare l’intensità degli anni vissuti. Il troppo stroppia, ci ricorda un pensiero attento della proverbiale saggezza popolare. Le negatività di ogni eccesso sono gli inciampi della storia. L’arrivismo fa montare in superbia, cancella la compassione e, con essa, la speranza, perdendo l’umana sensibilità di cogliere i dettagli significativi del buon cammino. Il coraggio e la gioia vengono travalicate da una vita affaccendata quantitativa, perdendo così il sapore antico e piacevole dell’essenziale, surclassati dal sovrabbondante e appesantiti dalla zavorra dell’inutile. Papa Francesco annovera il cammino tra le parole che cambiano il mondo. La Chiesa è in cammino sotto la spinta dello Spirito Santo; raggiungere le periferie è la necessità prioritaria del nostro tempo, nell’ottica di una visione missionaria.

«Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce» (Is 9, 1), è la profezia di Isaia. «E noi camminiamo per incontrare Gesù», ci invita e ci ricorda Papa Francesco. Le vicissitudini della vita, il senso talvolta stringete della razionalità ci ingessa nelle umane paure, nel dubbio perdurante, perdendo i contorni del mistero e la fiduciosa speranza di trovare orizzonti di pace e serenità.

“«Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo” (Mc 9, 31-32). Come biasimare gli Apostoli, se il nostro comportamento mira a raggiungere onori, privilegi e potere? La via maestra passa attraverso la croce: è da lì che ogni sforzo acquista significato perché si apre alla luce della resurrezione e consente di immedesimarsi nel mistero, scoprendone i contorni, senza essere vinti dalla paura. E il cammino così virtuoso dalle feconde prospettive, senza la logica di orgoglio e supremazia, si arricchisce alla luce della testimonianza missionaria.

«Ogni cristiano discernerà quale sia il cammino che il Signore gli chiede, ma tutti siamo invitati ad accettare la chiamata a uscire dalla nostra comodità e avere il coraggio di raggiungere le periferie che hanno bisogno del Vangelo» (Evangelii gaudium, 21). Entrare nel mistero richiede predisposizione d’animo, vivere in grazia di Dio, senza ostinarsi oltremisura nel voler fare da soli, utilizzando gli strumenti della limitata materialità umana.

Camminare a piccoli passi, sperimentando la bellezza della fraternità e della pace ravviva la propria storia, cancellando quelle inesattezze che impongono di essere protagonisti ad ogni modo e con ogni mezzo. Sono queste le esigenze prioritarie del nostro oggi, da curare e testimoniare per vivere con sapienza e rettitudine, alla luce salvifica dell’amore di Dio.