L’azione educativa di don Milani priore di Barbiana

L’azione educativa di don Milani priore di Barbiana

Maggio 26, 2021 Off Di Redazione

In questo tempo sospeso, come un filo pendente, la pandemia ha imposto un drastico cambiamento di abitudini in ogni ambito del tessuto socio-culturale. È stato necessario rivedere e riformulare i percorsi delle attività lavorative, i cardini delle comunicazioni sociali, i principi basilari delle relazioni affettive ed educative. La necessità di doversi interfacciare con un sistema di nuova concezione, in maniera repentina, senza un adeguato periodo di rodaggio, ha avuto degli effetti che si sono tradotti come scossoni nel corpo e nello spirito di molti.

Le attività didattiche tradizionali si sono spostate dall’aula scolastica alle piattaforme digitali di nuova concezione, che hanno permesso la nascita della didattica a distanza (dad): una rivoluzione copernicana che ha portato a rivedere le metodologie di sistemi educativi di insegnamento e apprendimento con effetti duraturi e al tempo stesso opinabili.

A circa cento anni dalla nascita di don Lorenzo Milani, avvenuta a Firenze il 27 maggio del 1923, corre l’obbligo di ripercorre gli elementi significativi del padre della scuola di Barbiana, i cui metodi di insegnamento e di formazione hanno segnato un cammino pedagogico di estrema efficacia e universale validità.

Lorenzo Carlo Domenico Milani Comparetti nasce da una famiglia fiorentina borghese, agnostica e anticlericale, dopo gli studi liceali si dedica alla pittura frequentando con profitto l’Accademia di Brera. L’incontro con la docente Eva Tea risulta determinante nel risvegliare nel giovane sentimenti religiosi e spirituali che si traducono nella chiamata al sacerdozio. L’incontro con don Raffaello Bensi, autorevole sacerdote fiorentino, diventa fondamentale nella crescita spirituale. Don Lorenzo sin da subito mostra una naturale inclinazione per la formazione scolastica e per gli “ultimi”, suoi prescelti: a San Donato di Calenzano fonda una scuola popolare serale per i giovani operai e contadini della sua parrocchia.

Nominato priore di Barbiana, sperduta borgata nella montagna fiorentina, nel 1954 comincia a radunare in canonica i giovani della parrocchia costituendo così una scuola popolare. Dedica la sua breve ma intensa esistenza alla formazione dei suoi prediletti giovani. Una scuola a tempo pieno in cui gli alunni sono fruitori e al tempo stesso protagonisti dei percorsi formativi con attività che, nelle nuove concezioni, vengono chiamate di “tutoring”. Si trattava di una scuola “inclusiva” il cui fine non è quello di selezionare, ma proporre un percorso di insegnamento personalizzato volto a garantire uno stesso livello di istruzione, rimuovendo quelle differenze provenienti dal ceto sociale di appartenenza. Don Lorenzo nel suo apostolato si pone in maniera critica verso lo Stato e il governo quando vengono emanate delle leggi ingiuste e in particolare contesta quanti ritenevano l’obiezione di coscienza estranea ai comandamenti della morale e dell’amore cristiano. Al riguardo, con la lettera “L’obbedienza non è più una virtù”, viene incriminato e rinviato a giudizio per apologia di reato. Nel 1966 insieme ai ragazzi della scuola di Barbiana inizia la stesura della “Lettera a una professoressa”: un libro che suscita nuovi interessi, rinnovate forme di discussione con fattive proposte volte al miglioramento delle istituzioni e della formazione scolastica per il bene della società.

Il libro denuncia nel merito i criteri selettivi della scuola dell’obbligo, destando un vivo e straordinario interesse socio-culturale che si muove a partire da un gruppo di ragazzi di campagna. “Da Barbiana è passato lo Spirito Santo che ha investito in pieno questo prete, aiutandolo in tutto”, sono state le parole di Michele Gesualdi uno dei suoi allievi. Il priore di Barbiana è stato un prete, un maestro, un uomo, un “padre” che ha dedicato con zelo la missione sacerdotale ai più poveri. Don Milani conclude la sua vita terrena a quarantaquattro anni. Il suo lascito morale è rivolto ai suoi giovani prediletti: “Ho voluto più bene a voi che a Dio, ma ho speranza che lui non stia attento a queste sottigliezze e abbia scritto tutto al suo conto.” Il miracolo di Barbiana resta un tangibile segno di santità del presule fiorentino.

La sofferenza, vissuta nel silenzio e nella cristiana osservanza della Parola, ha permesso la nascita di un modello educativo e pedagogico valido, che ha reso le persone protagoniste dei propri destini attraverso azioni creative. “I Care”, ci tengo, è lo spirito che guida l’azione educativa di don Milani. Il messaggio, in questo difficile tempo di pandemia, va invece declinato al plurale, “We Care”, facendo prefigurare l’alto spirito di fratellanza, tanto osannato dal Santo Padre Francesco, nella misura in cui “Nessuno si salva da solo”.

Mario Baldassarre