I migranti sono uno spauracchio? L’economia reale dice tutt’altro!
Dicembre 28, 2021L’imperversare della quarta ondata di Covid con la variante Omicron, di cui è previsto l’acuirsi nel mese di gennaio, ha distolto l’attenzione dal problema dei migranti.
Il Santo Natale offre l’occasione giusta per riflettere e rivedere le proprie posizioni verso i fratelli più sfortunati che chiedono asilo politico ad un’Europa che stenta a prendere decisioni rispetto alla soluzione di una vicenda umanitaria di proporzioni bibliche. E sono anni che alcune frange politiche, sovraniste e xenofobe, non favoriscono una soluzione che sia di accoglienza, anzi cavalcano un malcontento popolare che paventa che la portata dei flussi migratori possa aumentare. Per di più una larga fetta di popolazione pensa che il peggiorare della situazione economica e sociale del nostro Paese sia dovuta alla presenza e alla permanenza degli extracomunitari.
Ma questa motivazione non ha un riscontro reale sui dati economici, che al contrario dimostrano l’utilità che un incremento delle presenze di migranti comporterebbe. Dai dati tratti dall’Osservatorio Stranieri dell’Università di Modena-Reggio gli stranieri residenti in Italia in possesso di una posizione Inps sono 3.760.421; di questi 267mila sono pensionati e 300mila percepiscono prestazioni di sostegno come il reddito di cittadinanza. Ma il resto è costituito da lavoratori, la cui percentuale (58,8%) è più alta di quella degli Italiani (58,1%). Alle casse dell’Inps gli stranieri contribuiscono per 14 miliardi , a fronte di prestazioni ricevute per un miliardo. Ed allargando l’osservazione a tutti i campi i migranti ”pesano” sullo Stato Italiano nei campi della sanità, istruzione, pensioni e giustizia per 25,5 miliardi, mentre conferiscono, tra tasse, utenze, rilascio di permessi, ecc. per 29,5 miliardi.
Quindi il saldo è ancora una volta positivo per le casse dello Stato. Mettiamo inoltre che in Italia la popolazione invecchia sempre più, con una età media salita a 46 anni ed un’ aspettativa di vita che sfiora gli 84, un incremento del numero degli immigrati, che solitamente arrivano in giovane età, non può che apportare bene nel nostro Paese sia in termini di produttività che di svecchiamento.
Quindi se l’Italiano medio si mostrasse meno riluttante ed ostilità all’ingresso degli ecxtracomunitari farebbe esercizio di solidarietà umana, che di certo non fa male e che la crisi pandemica avrebbe dovuto sollecitare e potenziare, e avrebbe un beneficio anche economico. Ma per fare ciò è necessario un atteggiamento più aperto mentalmente e più attento alle dinamiche sociali che mutano in continuazione.