Nelle case più cani e gatti, sempre meno bambini

Nelle case più cani e gatti, sempre meno bambini

Gennaio 7, 2022 Off Di Dario Alvino

Papa Francesco invita ad alimentare i rapporti tra persone

Nell’udienza del mercoledi Papa Francesco si è intrattenuto a riflettere sull’inverno demografico che investe la nostra società e si chiedeva come mai si generino sempre meno figli, uno in media per famiglia. Egli inoltre notava che aumenta la presenza di cani e gatti nelle case. Ne ha dedotto che questo è sintomo di impoverimento di spirituale perché chi non procrea dimostra egoismo in quanto non si prodiga per la famiglia, tantomeno per la Patria.

Le parole del Papa ci offrono l’occasione di allargare il discorso a quello che è diventato un vero e proprio fenomeno sociale, che va aldilà del piacere che il possesso di un animale può dare.

Nel periodo fino al secondo dopoguerra le famiglie erano numerose, nonostante la scarsità di mezzi economici; nel ventennio fascista ogni figlio in più veniva considerato una manna in quanto significava più braccia da lavoro. Poi con il boom economico, dagli anni sessanta in poi, il fenomeno demografico è cominciato a disciplinarsi. La coppia composta da marito e moglie hanno iniziato a godere del tempo libero e dei divertimenti; hanno “scoperto” che la vita non consisteva solo in doveri lavorativi e familiari e che la sua qualità poteva essere migliorata. E una famiglia numerosa, a causa delle numerose incombenze che comportava, poteva essere d’intralcio alla libertà individuale. Quindi si è ridotto man mano il numero dei figli; tale tendenza si è diffusa dapprima al settentrione d’Italia, più ricco ed evoluto e poi al meridione, meno facoltoso ed arretrato.

Per cui già negli anni Sessanta una famiglia con tre figli al Nord del Paese era considerato un nucleo folto e numeroso: al nord quindi ci si limitava ad avere solo uno al massimo due figli per nucleo familiare. Insomma il numero dei figli era inversamente proporzionale alla massa dei beni materiali posseduti dalla famiglia. Ma a questa regola facevano delle eccezioni famiglie facoltose, o anche nobiliari o alcune star nel mondo dello spettacolo. Ad esempio l’Avvocato Gianni Agnelli, secondo di sette figli, ha avuto una sola figlia Margherita che, dapprima imparentandosi con Elkan ha partorito tre figli, e poi in seconde nozze altri cinque. Sua sorella Susanna Agnelli ha procreato sei rampolli. La cantante Madonna ha sei figli, di cui tre adottivi, la star Mick Jagger ne ha otto, l’attore Mel Gibson ben nove, Angelina Jolie e Brad Pitt ne hanno sei, di cui tre adottivi.

Tornando agli animali domestici, cui alludeva il Pontefice, stando a una stima dell’anno 2018, sono il 38,8% la famiglie italiane a possedere un cane o un gatto, mentre se comprendiamo tutti gli animali d’affezione (compresi uccelli, pesci, roditori) il numero dovrebbe coincidere con quello della popolazione nel rapporto di uno a uno (circa sessanta milioni). Insomma con tutto l’affetto che si nutre verso gli animali essi cominciano ad essere troppi! Le bestiole domestiche arrecano tanta compagnia, in specie i cani fedeltà assoluta e vengono ricambiate dai loro padroncini con cure puntuali e fin troppo meticolose; qualcuno si accolla l’onere di allevarne due pur di assicurare compagnia all’animale. Ma è spesso un comportamento esagerato se si pensa che le stesse cure non vengono prestate alle persone anziane, magari sofferenti di disturbi fisici e di solitudine.

Con ciò non si vuol mettere al bando gli animali, ma bisogna considerare che questi sono per natura più forti in quanto dotati di maggiori difese immunitarie e minore sensibilità rispetto ai sentimenti degli umani. L’ammonimento del Pontefice credo vada interpretato come un invito a dedicarsi di più alle persone, figli compresi, anche se ciò costa sacrificio e dedizione e che non bisogna “accontentarsi” della compagnia e delle moine di un cane che, essendo fedele per natura, mai tradirebbe un padrone.