Aspettando la Pasqua, le tradizioni a tavola

Aspettando la Pasqua, le tradizioni a tavola

Aprile 16, 2022 Off Di Rosario Oliva

Si arriva al Sabato Santo, in attesa della Resurrezione Pasquale, certamente una delle festività più sentite e partecipate della tradizione cattolica, in tutte le case si compiono alcuni “riti” in preparazione della Domenica di Pasqua.
Il sabato Santo tutte le mamme, nonne, mogli, si dedicano alla preparazione cibaria per la Domenica di Pasqua.
Ogni luogo ha le sue tradizioni, come ci riferiscono gli abitanti dei quartieri storici, e prevedono una diversificazione dei cibi che vanno dai salumi e ricotta, ( la “fellata”- antipasto di affettati misti, tra cui soppressata e capocollo, uova sode e formaggi, in genere ricotta salata. – in Campania), tra gli ingredienti dell’antipasto, la famosa pasta al forno ( lasagne in particolare), lo spezzatino con l’agnello e i (cardoncelli, in Puglia, quelli piccoli e sottili, che per acquistarli in questi giorni occorre aver accesso a un mutuo, arrivano a costare anche più di 7 euro al Kg, e che può essere fatto sia in modo tradizionale che come sformato, al forno, ovviamente con l’agnello.
Questo piatto, fondamentale nella tradizione, deve precedere il primo piatto di pasta. Molti aggiungono ai cardoncelli altri tipi di verdure, in particolare asparagi o cicorie, a rimarcare quelli che una volta rappresentavano gli ingredienti delle tavole dei nostri nonni.
Segue l’agnello al forno sale e pepe con le patate, agnello alla brace e una lunga serie di dolci tra i quali la “squarcella”: dolce tipico, in pratica una ciambella ricoperta di glassa di zucchero, a forma di cuore, cerchio, cestino, colomba e generalmente decorata con delle uova sode dipinte, granella e confettini colorati.
La tradizione vuole che si prepari con un numero dispari di uova e che si doni in segno augurale, ai bambini ed i fidanzati.
Non mancano dolci importanti e oramai entrati a far parte della nostra tradizione, come la “pastiera” napoletana, fatta di ricotta e grano che si aggiunge alla pizza di ricotta, simile, ma non uguale! e la tradizionale colomba.
L’uovo di Pasqua resta il principe dei dolci e, inutile negarlo, tutti, grandi e piccini, aspettiamo la fatidica ora X, alla fine del pranzo, per poterlo aprire e vedere la sorpresa.
Uno dei riti più belli che ancora oggi è molto sentito nelle famiglie e ricorda un po’ il senso “patriarcale” legato alle origini contadine e popolari della nostra terra, è quello della “Benedizione” da parte del capo famiglia ( in genere la persona più anziana presente a tavola) che, dopo una breve preghiera di ringraziamento, con un rametto di ulivo, conservato dalla Domenica delle Palme antecedente alla Pasqua, bagnato nell’acqua Benedetta distribuita in chiesa dopo la messa Pasquale, cosparge i presenti a tavola. Subito dopo il rito sopra riportato, se vi sono bambini in età scolare viene loro data la parola affinché recitino la poesia di Pasqua e “raccolgano” i regali dei presenti.

Inizia poi il pranzo con il tipico e antichissimo antipasto composto da una serie di alimenti molto diversi e che non sembrano legarsi tra loro, i quali, secondo alcuni studiosi, rappresenterebbero la morte e la resurrezione della vegetazione e di Cristo. Così: agrumi tagliati a fette, cedro candito, ricotta, soppressata e salumi artigianali e, infine, le immancabili uova sode dipinte dai piccoli di casa, riempiono i vassoi delle tavole. In molte famiglie è usanza preparare più tegami “tijelle” di patate, agnello e spezzatino, in modo da poterle utilizzare il giorno successivo, del lunedì in Albis, per la pasquetta, giorno dedicato alla gita fuori porta per trascorrere una giornata in totale spensieratezza e allegria con parenti e amici.

Con l’augurio che questi giorni di festa, possano rinnovare la fiducia, la speranza e la gioia. Felice Pasqua!