Il servizio è la misura dell’amore
Aprile 14, 2022Il Giovedì Santo, ultimo giorno di Quaresima e primo del Triduo santo, segna uno spartiacque tra un lungo tempo di contrizione e penitenza con l’inizio del tempo di Passione di Gesù verso la Risurrezione: un ponte tra il passato segnato dalla piaga del peccato e il futuro redento attraverso il sacrificio della Croce. La sofferenza e la morte hanno così aperto le porte a una visione nuova con la liberazione dalla schiavitù del peccato.
L’amore incondizionato di Gesù è principio di salvezza per l’umanità disobbediente. La Santa Pasqua si affaccia su questo tempo ostile, che si presenta come uno squarcio nella storia dei primi anni del nuovo millennio; le lunghe prove a cui siamo ancora sottoposti ci rimandano ad una passione nella passione che si ripete ad oltranza da qualche anno a questa parte. Le immagini di morte, con l’incalzare della pandemia, avevano obbligato a vivere le ritualità pasquali nei confini stringenti e, talvolta, angusti dei perimetri domestici. In questo tempo la sofferenza traspare dal volto segnato dei profughi, costretti a lasciare l’Ucraina per sfuggire alle atrocità della guerra; i tanti focolai di odio, che ardono in varie parti del mondo e spesso sono considerati con indifferenza, riacutizzano ferite ancora sanguinanti.
Prevalgono gli interrogativi sul perché di tutto questo. Spesso la fede è la prima ad essere messa in discussione. Alzando gli occhi alla Croce possiamo trovare conforto: Gesù, nella sua regale natura divina, ha dato la vita per ognuno di noi, confermando così quell’amore che non delude e non tramonta mai. La testimonianza di ciò prende forma attraverso l’umiltà del servizio per guarire dal peccato. Gesù si prostra per lavare i piedi ai suoi discepoli e confermare, come sostiene Papa Francesco, che “la vita non serve se non si serve”. Sorprende che Gesù, dall’alto della sua divina regalità, si sia fatto servo per amore, pur avendo consapevolezza che sarebbe stato tradito e ben sapendo dell’umiliante martirio della Croce: l’amore vince ogni cattiveria, facendo maturare l’eroicità del perdono, con la santa e preziosa intenzione nell’aver adempiuto alla volontà del Padre. Tante sono le volte in cui ripetiamo “Sia fatta la Tua volontà”, ma spesso, rinchiusi negli angoli bui delle nostre fragilità, ci rivolgiamo a Dio affinché ci aiuti a fare la nostra volontà, in un cammino di autoconvincimento per trovare l’approvazione del Padre celeste.
Dio conosce queste nostre debolezze; il sacrificio della Croce ci insegna e aiuta a portare le nostre croci quotidiane e a rialzarci ad ogni caduta perché la vita, segnata dal peccato, è un difficile cammino ad ostacoli e la salvezza eterna si raggiunge con il sacrificio e la sofferenza: le strade spianate, non facendo percepire il senso del limite, portano alla perdizione con l’ingigantirsi di egoismo e presunzione.
Nell’Ultima Cena, oltre al comandamento dell’amore: «amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi» (Gv 15, 12), Gesù istituendo la Santissima Eucarestia conferma la sua presenza, la sua protezione in ogni luogo e in ogni tempo. Nei momenti più intensi della Passione “il Padre glorifica il Figlio mentre il Figlio glorifica il Padre.
Nessuno glorifica se stesso”, è quanto afferma sempre il Santo Padre Francesco; l’uomo, invece, nella sua fragilità protende per tornaconti strettamente individuali, spesso, mosso da sentimenti effimeri.
Mario Baldassarre