Il centrosinistra irpino invoca discontinuità e prova a compattarsi

Il centrosinistra irpino invoca discontinuità e prova a compattarsi

Luglio 12, 2022 Off Di Dario Alvino

I Progressisti Irpini tenta di compattarsi con visioni, contenuto e metodo. Se ne è discusso ieri al Circolo della Stampa di Avellino tra riformisti che vedeva partecipi Piddini, Pentastellati e Sinistra Italiana promotrice del convegno.

Introduceva Carmine Montefusco (Sinistra Italiana) che, ricordando lo scarso appeal che fornisce l’attuale governo nazionale ribadiva la distanza non colmabile tra la linea del suo partito e quella dell’attuale Premier Draghi, che svolge tra l’altro un ruolo tecnico e non politico. Ricordava inoltre che anche a livello regionale la situazione non è allegra per via di una massa debitoria di cento milioni che grava sull’Ente. Si dissociava inoltre da chi vuole abolire il reddito di cittadinanza o da chi vuole il ritorno ai termovalorizzatori o al nucleare.

Nello Pizza, segretario provinciale del PD, auspicava di proseguire sulla strada che ha portato all’elezione di Buonopane a presidente della Provincia augurandosi che decolli quel Campo Largo di chi concerta in programmi comuni, anzichè veder prevalere con la volontà di pochi.

Vincenzo Ciampi, consigliere regionale dei Cinquestelle, rivendicava di appartenere alla vera forza progressista del Paese, che ha introdotto Reddito di Cittadinanza e Superbonus, oltre ai temi del salario minimo e della tutela ambientale.

Rino Buonopane, presidente della Provincia, informando la platea che è in arrivo un altro esposto al Tar da parte dei legali di D’Agostino contro la sua funzione, si augurava che si trovi l’intesa nel centrosinistra irpino per poter porre in atto di discontinuità col passato anche in vista delle Comunali del 2024.

Anche Giuseppe Morsa, sindacalista Cgil, chiedeva che non siano più commessi gli errori del passato come l’industrializzazione selvaggia che ha visto gli imprenditori del Nord impiantare aziende con gli incentivi al Sud e poi scappare via alle prime difficoltà. E del settore lamentava la frammentazione delle aree industriali (in Irpinia vi sono cinque Zone Industriali ed un centinaio di Aree Pip) che non si coordinano tra loro e per le quali si spreca solo denaro pubblico.