Ovazione per Draghi al Meeting di Rimini: Italiani al voto, la volontà popolare è stata ignorata due volte
Agosto 24, 2022Lungo applauso tributato all’ex premier Mario Draghi che al Meeting per l’Amicizia ha proferito frasi di speranza e di incoraggiamento per l’Italia che si appresta a rinnovare il Parlamento.
“Andate a votare” l’invito del premier che si dice “convinto che il prossimo governo, di qualunque colore sia, riuscirà a superare difficoltà che sembrano insormontabili”, e poi “l’Italia ce la farà anche questa volta”. Queste le parole di Mario Draghi che, pur avendo ricevuto il benservito circa un mese fa, non porta rancore ma incita il popolo alla partecipazione e all’unità per superare i molteplici problemi che si addenseranno in autunno. E’ bene sottolineare che il premier Draghi aveva il gradimento del 60% degli Italiani, quando alcune forze politiche per mero calcolo elettorale hanno negato che egli continuasse la sua opera fino alla primavera del 2023, cioè alla scadenza naturale della legislatura.
In altre parole le stesse formazioni politiche, che ora sbandierano soluzioni per ogni problema presente e futuro, hanno di fatto calpestato la volontà della maggioranza popolare!
Popolo che dovrebbe fare ammenda di ciò almeno nel segreto dell’urna; ma purtroppo, complice la stagione estiva ed il caldo agostano, molti dimenticheranno in fretta e tra un mese saranno proiettati alle urne con la mente annebbiata dalle promesse elettorali. Anche se traspare nell’opinione pubblica un disorientamento che porta tanti a voler disertare le urne e ad aumentare il numero degli indecisi, su quale simbolo o candidato apporre la preferenza alla prossima tornata elettorale.
Scelta delle candidature, spettacolo indegno!
Il 22 agosto sono scaduti i termini per la presentazione delle candidature, per cui la scelta in periodo ferragostano ha avuto tempi ristretti, ma ha offerto anche uno spettacolo poco edificante. Ad esempio le giravolte di Calenda con il PD oppure la trasmigrazione di parlamentari che per evitare di divenire ex hanno creato nuove formazioni (Di Maio con Impegno Civico) oppure di aggancio al carro del probabile vincitore (Tremonti con Fratelli d’Italia). A livello locale è successo anche di peggio, con aspiranti
ad un seggio che hanno bussato a destra e a manca passando per il Centro o di esponenti anche rinomati che pur di piazzare la propria consorte hanno virato da centrosinistra a centrodestra. Emuli probabilmente del Cavaliere che ha scelto un collegio a noi vicino per candidare la sua fidanzata. Di programmi neanche a parlarne, l’ideologia rimane nel cassetto…
Colpa anche di una legge elettorale in vigore dal 2017, che doveva essere cambiata ma di cui nessuno si preso la briga di occuparsene; trattasi di una legge complessa (per un terzo maggioritaria e due terzi proporzionale) che che favorisce listini bloccati e candidature blindate.
Anche in questo caso la volontà popolare è stata l’ultima ad essere considerata…