Sabato 24 settembre 2022 alle ore  18.30, al Circolo della Stampa di Avellino, Seminario di Storia dell’Arte: “Eugenio Cecconi il macchiaiolo sui generis”

Sabato 24 settembre 2022 alle ore 18.30, al Circolo della Stampa di Avellino, Seminario di Storia dell’Arte: “Eugenio Cecconi il macchiaiolo sui generis”

Settembre 23, 2022 Off Di Redazione

Il Circolo culturale “Francesco Solimena” e il Centro di Ricerca “Basilio Orga” organizzeranno il Seminario di Storia dell’Arte: “Eugenio Cecconi il macchiaiolo sui generis”, che si terrà sabato 24 settembre 2022 alle ore 18.30, presso il Circolo della Stampa di Avellino (palazzo della Prefettura), sito in Corso Vittorio Emanuele civico 6.

L’evento culturale celebrerà il centottantesimo anniversario della nascita del pittore livornese.

Per partecipare all’evento sarà necessario indossare una mascherina.

La relazione sarà affidata al critico d’arte Professor Stefano Orga, che tratterà il tema “Eugenio Cecconi e la pittura di macchia“.

Il seminario sarà coordinato dalla Dott. Gianluca Amatucci.

Inoltre, al seminario interverranno: Sac. Don Gerardo Capaldo (Pax Christi e presidente del Circolo culturale “F. Solimena”), Dott. Antonio Carpentieri (cultore di archeologia e di storia locale), Dott. Francesco Iannaccone (giornalista), Prof. Pellegrino Caruso (scrittore e saggista), Dott.ssa Maria Ronca (Il Bucaneve), Prof.ssa Ilenia D’Oria (presidente Archeoclub – Avellino),  Prof. Angelo Cutolo (cultore di storia locale).

In occasione del Seminario di Storia dell’Arte saranno presentati ed esposti tre lavori dell’artista toscano Eugenio Cecconi: Natura morta con cavolo (1868), Ritratto caricaturale di Angelo Tracchia (1896) ed Evento all’aperto

Fra questi lavori artistici ci sarà il rarissimo esempio di natura morta dipinta con la tecnica macchiaiola, ad oggi l’unico conosciuto.

Il seminario sarà promosso dal Circolo culturale “Francesco Solimena e dal Centro di Ricerca “Basilio Orga” con la collaborazione dell’Associazione Culturale ACO ed In Arte Libertas.

Uno speciale ringraziamento va formulato alla famiglia che gentilmente ci ha pestato le opere di Eugenio Cecconi per questo evento culturale.

Il prossimo incontro storico-artistico si terrà presso il Circolo della Stampa sabato 26 novembre alle ore 18.30 e sarà dedicato al pittore fiammingo Van Der Stoffe (1611-1682) con il titolo Il battaglista del Seicento di Leida: Jan Jacobsz Van Der Stoffe.

Per informazioni e contatti: centrodiricerca.bo@libero.it .

Eugenio Cecconi nacque da Carlo e da Amalia Chellini l’otto settembre del 1842 a Livorno. Nel settembre 1853 fu inviato al Convitto Nazionale di Torino. Nel 1859 assistette ai preparativi dei patrioti livornesi per la Seconda guerra di indipendenza. Nel 1859 a Livorno studiò disegno presso il pittore Natale Betti (1826-1888). Seguendo la volontà del padre si laureò in Giurisprudenza a Pisa, parallelamente seguì corsi di pittura a Pisa con il paesaggista Rimedio Fezzi (1790-1873). Successivamente a Firenze fece pratica presso lo studio legale del deputato liberale Leopoldo Cempini (1824-1866). Nel capoluogo toscano approfondì la pittura nello studio di Enrico Pollastrini (1817-1879), ove era compagno di studi con il giovanissimo Arnaldo Fazzi (1855-1944). Sin da giovane ebbe l’hobby per la caccia. Esercitò la professione di legale nella sua città natale. Dopo la morte improvvisa del padre nel 1864 poté dedicarsi maggiormente alla pittura ed in parte abbandonò l’attività forense. Partì volontario nella Terza Guerra d’Indipendenza del 1866 tra i bersaglieri del generale Enrico Cialdini (1811-1892), senza però prendere parte alle operazioni militari. Finita la guerra, tornò a Livorno.

Nell’estate del 1866 iniziò a frequentare la tenuta del critico Diego Martelli (1839-1896) a Castiglioncello, che era il punto di incontro dei pittori “macchiaioli”, grazie ai quali si dedicò alla pittura della natura dal vero, resa con grande attenzione per la luce e per le sapienti capacità espressive nel disegno. A Castiglioncello lavorò a contatto con Giovanni Boldini (1842-1931), Luigi Bechi (1830-1919), soprattutto con Giuseppe Abbati (1836-1868) e con Giovanni Fattori (1825-1908).

Nel 1868 affittò uno studio nella sua città natale insieme con il pittore, di origine egiziana, Adolfo Belimbau (1845-1938).

Esordì all’Esposizione della Società promotrice di belle arti di Torino nel 1869 con Paesaggio che non ebbe successo.

Dal 1873 visse nella campagna pisana presso Ceppato e si recò spesso in Maremma, seguendo la passione per la natura, gli animali e la caccia che erano un continuo stimolo per le numerose opere macchiaiole. In questo periodo consolidò la sua amicizia con il pittore Francesco Gioli (1846-1922) e con il fratello di quest’ultimo Luigi (1855-1947), così insieme dipingevano dal vero nella campagna pisana.

Nel luglio del 1875 fece un viaggio in Tunisia insieme all’amico pittore Adolfo Belimbau.

Dal 1877 si trasferì a Torre del Lago (Lucca), sulle sponde del Lago di Massaciuccoli. Dal 1881 si trasferì con la madre a vivere a Firenze presso la famiglia della sorella minore Amelia. Qui frequentava gli amici pittori, soprattutto Vittorio Matteo Corcos (1859-1933) e Francesco Gioli. Con il passare degli anni la sua attività rallentò notevolmente.

In questo periodo collaborò all’illustrazione della prima edizione delle “Veglie di Neri” di Renato Fucini (1843-1921).

Dal 1891 stabilì il suo studio nel Villino di Via della Robbia a Firenze, così si dedicò maggiormente alla critica d’arte e soprattutto alla scrittura di racconti riguardanti principalmente la caccia. Si trovò, improvvisamente, in ristrettezze economiche e su consiglio dell’amico pittore Vittorio Matteo Corcos decise di aprire una scuola di pittura per signorine a Firenze, insieme con l’amico Francesco Gioli. La sua scuola era frequentata dalle ragazze dell’alta società fiorentina. Nella sua scuola insegnò il realismo paesaggistico. Le sue allieve divennero in seguito le sue discepole.

Nel 1898 si trasferì con la famiglia della sorella in Via Lamarmora, qui fu raggiunto dal fratello Olinto, ex ufficiale di marina.

Morì a Firenze, il 19 dicembre del 1903, a causa di un infarto e fu assistito dal fratello Olinto e dal fedele amico Adolfo Belimbau.