Saper attraversare le prova è principio di salvezza
Novembre 13, 2022La storia, a più tappe e sotto diverse forme, ripropone situazioni che segnano il cammino dell’umanità. Ci sono eventi che avanzano come un crinale lungo le dorsali del tempo, segnando un prima e un poi ben marcati. Gli eventi complicati, come guerre, terremoti, violenze, lasciano ferite da ricucire, per ristabilire un senso di normalità. La lunga stagione del Covid-19 si è rivelata come un pugno allo stomaco alle tante sicurezze, che si pensava fossero acquisite in nome di un progresso scientifico e tecnologico avanzato.
Le situazioni avverse, al momento, generano angoscia, disperazione e, spesso, fanno salire gradini di consapevolezza circa le fragilità e i limiti della natura umana. Dalle macerie bisogna ricostruire; è impensabile credere che le situazioni della vita siano prive di ostacoli e momenti complicati. Al tempo stesso, è necessario sapersi misurare con i repentini cambiamenti, che talvolta, mettono a dura prova lo spirito di adattamento.
Le vicende bibliche presentano, spesso, eventi drammatici e apocalittici, più volte profetizzati, che spengono quei roghi di superbia e di senso di onnipotenza. Prevale l’azione correttiva, ma non quella punitiva, come spesso può apparire, di Dio. Al riguardo, proprio gli ultimi eventi della pandemia, hanno disvelato con chiarezza questa verità: il supponente individualismo ha ceduto il passo all’altruismo; la compassione, nei momenti più drammatici, è prevalsa sulla smodata indifferenza e sulla crudeltà.
«Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». (Lc 21, 6). Il discorso di Gesù nel Tempio rivela una profezia, che nella sua forma inquietante, si presenta attuale, se pensiamo ai tanti bacini di povertà e alle guerre che devastano città, provocando morte e sofferenza. Esistono realtà dove le forme di odio e di sopruso, in nome di profitti economici, generano situazioni drammatiche in cui prevalgono le forze del male e con esse il buon cammino dell’umanità. Gli eventi degli ultimi tempi, dettati da un incombente materialismo, evidenziano un forte stato di apostasia e la tendenza ad anteporre la scienza e le tecnologie a Dio.
Gesù mette in guardia da queste situazioni avverse, con un monito che travalica i tempi e arriva con chiarezza e risolutezza ai giorni nostri: «Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». (Lc 21, 8-9). Nelle situazioni drammatiche sono tanti i falsi profeti a pontificare, credendo di avere soluzioni efficaci per tutto tutti. Gesù invita a saper discernere e ad affidarci a Lui in ogni momento, anche nelle prove più dure. Sono tanti i cristiani che vivono forme aspre di persecuzione e vessazioni, anche psicologiche, per la testimonianza della loro fede. Gesù non abbandona nessuno nelle avversità e, anche dinanzi al peccato e alle infedeltà, rassicura: «Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.» (Lc 21, 19). La misericordia di Dio è fonte viva di speranza e di salvezza.
In un tempo sempre più segnato da bacini di povertà dovuti all’irragionevolezza della guerra, all’indifferenza, il cristiano è chiamato a testimoniare l’amore di Dio fattosi uomo per abitare le povertà e le fragilità umane: un dono d’amore da custodire e coltivare.
La giornata mondiale della povertà è un invito a impegnarsi con senso di altruismo e compassione, come fu per il samaritano lungo la strada da Gerusalemme a Gerico (Cfr. Lc 10, 25-37).
Scrive il cardinale Matteo Maria Zuppi: «Il cristiano è sempre un povero che rende ricchi tutti, perché l’amore non è possedere ma donare e perché Gesù, povero, ci ha fatto ricchi nel suo amore.»
Mario Baldassarre