Fidarsi e affidarsi ai disegni di Dio

Fidarsi e affidarsi ai disegni di Dio

Dicembre 18, 2022 Off Di Redazione

La quarta domenica d’Avvento apre le porte sulla soglia del Natale. Accendiamo la candela viola, in onore degli angeli che hanno annunciato all’umanità intera la nascita di Gesù e il principio di salvezza su una vita segnata dal peccato. La gioia si rafforza, il clima festivo prende forma e consistenza in questo scorcio di fine anno, che ci avvicina alle nuove prospettive beneauguranti dell’anno che verrà. Le vicende sociali delineano ancora forme di scontro sui campi di guerra; intanto, in Parlamento, la legge di bilancio tiene accese le discussioni in attesa di una prossima e definitiva approvazione. Un momento di riflessione si alterna alle previsioni di manovre da pianificare e attuare nel 2023. La precarietà della vita, spesso, si scontra con interrogativi ricorrenti che rallentano le scelte riguardanti decisioni importanti.

Dio si fa uomo per opera dello Spirito Santo, incarnandosi nel ventre di Maria. Un mistero così immenso acquista i contorni delicati della tenerezza umana di una vita nascente. Ogni annuncio genera emozioni a diversi livelli di intensità, basta essere pronti ad accogliere situazioni nuove che possano modificare scenari e prospettive.

Giuseppe dinanzi a una gravidanza inattesa si lascia muovere dai sentimenti dell’amore, dalla fiducia verso Maria, pur cedendo alla fragilità umana: «poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente pensò di ripudiarla in segreto» (Mt 1, 19). Dio dona pace, appiana i sentieri scoscesi del dubbio quado il cuore si apre alla grazia, alla fiducia dei Suoi piani. Difficile calare questa realtà ai nostri giorni sempre più segnati da punte di orgoglio e da sentimenti di giustizia a senso unico verso interessi individuali. Si vive, sempre più spesso, sotto l’occhio di un giudizio altrui temuto, piuttosto che accolto. Prevalgono atteggiamenti denigratori gratuiti o a buon mercato volti a delegittimare o infangare coscienze rispettabili. Nasce, così, un senso aspro di diffidenza che preclude il perdono e altre forme di riappacificazione. Tante sono le relazioni familiari minate da queste condizioni. Sarebbe facile dubitare della parola della donna amata e di una parola che annuncia qualcosa di impossibile all’umana evidenza. Giuseppe, uomo giusto e silenzioso, non dubita, non teme, non ha paura: si fida e si affida a Dio che è principio e fonte di amore.

I Vangeli non parlano delle lacrime di Giuseppe, delle preghiere per capire il disegno di Dio e realizzare il sogno d’amore con Maria. «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù; egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati» (Mt 1, 20-21). La fiducia e la speranza diventano certezza del dono di Dio che mai delude. Quanto è difficile rivivere questa situazione ai giorni nostri se non ci lasciamo guidare dall’amore di Dio e non riponiamo fiducia nei suoi disegni che sono principio di salvezza. L’umana fragilità deve nutrirsi della Parola di Dio per aprirsi a nuove forme di accoglienza con una propensione all’amore e alla carità, così da creare, nella propria vita, lo spazio per accogliere la salvezza di Gesù.

In questo modo le prerogative umane possono contornarsi di quella giustizia e di uno spirito di santità per testimoniare la pace e l’amore tra le genti.

Mario Baldassarre