Cristo è la luce che illumina il mondo

Cristo è la luce che illumina il mondo

Febbraio 5, 2023 Off Di Redazione

Cannelora d’a vernata simmo fora. Disse ‘a vecchia arret ‘a l’urmo: «vierno dura a munno a munno». Disse a vecchia dint’ ‘o sacco: «vierno dura fino a santo Marco»”. Gli antichi detti, edulcorati da note vernacolari, custodiscono verità sorprendenti che travalicano i tempi.

La Candelora, negli ameni spazi rurali della civiltà contadina, è da sempre stata un capolinea da onorare per la sua alta valenza spirituale e, al tempo stesso, ha segnato un momento di riflessione riguardo prospettive di lungo periodo, oltre le soglie di una stagione invernale ancora lunga da “spolpare”. Seppur con temperature in linea con i rigori invernali, le giornate trascorse non sono state segnate da fenomeni meteorologici complicati, per cui le previsioni di questo scorcio d’inverno diventano confortanti. Le giornate, ad ogni modo, prendono il passo e proseguono con regolarità verso l’equinozio primaverile.

La ricorrenza, tuttavia, si arricchisce di un significato ancora più grande, accompagnandoci in questa domenica del Tempo Ordinario: un messaggio che richiama un senso di responsabilità da vivere, coltivare e custodire, affinché la luce possa risplendere con forza in questo mondo sempre più segnato da situazioni sconcertanti, che evidenziano disparità, penuria, sofferenze perduranti. «Voi siete la luce del mondo […] Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli» (Mt 5, 14-16).

Le parole di Gesù rivolte ai discepoli, sempre più spesso, interrogano le nostre coscienze per risvegliarci dal torpore. In un mondo segnato dal benessere e, contestualmente, da tangibili bacini di povertà materiale, le condizioni attuali impongono di superare quel cristianesimo di facciata, che si ferma a ritualità calendarizzate, per aprirsi ad atti concreti di amore e carità. «È attraverso la carità che il cristiano si forgia e alimenta la luce della fede. L’amore, più che essere declamato, deve essere dimostrato. Le opere di misericordia sono la “carta di tornasole dell’autenticità della vita di un credente» (Don Antonio Colombino, direttore dell’Ufficio Pastorale della Diocesi di Lamezia Terme). Essere luce per il mondo non è vanto ma senso di responsabilità: gli atti da declamare, come forme di perbenismo di facciata, sono l’espressione di un’aridità spirituale nella quale i pochi bagliori di luce sono sopraffatti dalle tenebre di un egocentrismo sconsiderato. La cultura del benessere e del successo è un’illusione di una vita luminosa.

In questa domenica in cui si celebra la 45° Giornata nazionale della vita, purtroppo, la cultura della morte ci impone riflessioni attente e consapevoli. I progressi della scienza e della tecnica, molto spesso, sviliscono il senso alto della vita: aborto, eutanasia, suicidi giovani e le continue guerre testimoniano questa sconcertante situazione. Come cristiani siamo chiamati ad essere attenti custodi della vita in tutte le sue dimensioni. Bisogna farsi testimoni concreti dell’amore di Dio, ognuno, nel proprio ambito di vita. Solo così potrà risplendere quella luce che rischiara ogni tenebra e dà senso ai nostri giorni per “rendere gloria al Padre che è nei cieli” (cfr. Mt 5, 16).

Baldassarre Mario