SCIENZA – UNIVERSO DONNA

SCIENZA – UNIVERSO DONNA

Febbraio 8, 2023 Off Di Antonio Mondo

INFABULAZIONE UNA PRATICA DA CAVERNICOLI

Una bambina di sette anni, somala, è sgridata dalla maestra perché ogni volta che va in bagno impiega venti minuti per rientrare in classe. Informata la madre si è saputo che la fanciulla all’età di due anni, in patria, aveva subito l’infabulazione, che non permette una regolare fuoruscita di urina, perché completamente cucita e la pipì esce a goccia a goccia. Di storie come questa in Africa, è all’ordine dl giorno perché per la donna africana è normale, tradizionale, e nella loro lingua si dice “tahara”, che significa “purificazione”.

Ma ancora oggi persiste questa violazione dei diritti umani. C’è un silenzio del mondo civile sull’orrore delle mutilazioni, ma qualcosa si muove nella coscienze di amministratori sanitari e politici tanto da istituire la “Giornata Internazionale contro le Mutilazioni Femminili (MGF) “ che cade ogni 6 febbraio, Anche a livello parlamentare, in Senato, si è tenuto un convegno per affrontare, come prevenzione, per l’assistenza sanitaria di tutte le donne africane che arrivano nel nostro paese.

Il dato è fortemente allarmante perché molte bambine muoiano per emorragia o per le conseguenze di infezioni inarrestabili. Innanzi tutto non va rispettata l’integrità del proprio corpo, per principio umano e etico. Non si tiene conto del dolore atroce per giorni e settimane, lo choc, il senso di impotenza, l’angoscia, la disperazione che una bambina prova quando i genitali vengono brutalmente amputati. Come si fa a chiamare “modificazioni” il taglio forzato, su una bambina a terra e sveglia, di una parte di genitali. Le conseguenze più gravi sono le emorragie, le infezioni, ascessi,febbre alta,cistiti, dolore permanente ottenebrante e infiammazioni.

Perché, ancora oggi, questa atrocità viene perpetrata?

Questa domanda la rivolgiamo con sdegno ai politici e organi sanitari dei paesi africani affinché prendano coscienza del disvalore della pratica ormai obsoleta.