Scende il silenzio su questo tempo di contrizione
Aprile 8, 2023C’è un motivo antico in questa giornata che fa da preludio al mistero della Risurrezione pasquale. Il silenzio scende su questo tempo di contrizione, diventando motivo di riflessione e preghiera, che aleggia sugli spazi dell’anima segnati da un’impudica manifestazione nelle varie epoche della storia. La quiete è un fattore motivante che invita alla meditazione, allontanando dalla mente ogni forma di distrazione o pensiero forviante per vivere il momento con intensità.
Questi presupposti ci portano ad avvertire l’eco risonante delle grida di dolore di Gesù agonizzante e Maria ai piedi della Croce. Stridenti, invece, sono gli improperi di scherno, urla ricorrenti di un orgoglio rancoroso e impertinente. Grida di peccatori, le nostre. Non lasciamoci attraversare da sentimenti di buonismo; in realtà, anche noi dovremmo lasciare cadere la pietra della condanna. Su quella Croce, ad ogni modo, è stato inchiodato il nostro peccato; le nostre mancanze sono state redente. Il cammino di vita richiama ai segni e ai motivi della Passione: tante sono le croci portate con sentimenti discordanti: sacrificio paziente o rabbia e delusione.
Le conseguenze si riflettono in maniera diversa sul vissuto: si avverte, nel primo caso, una leggerezza e una soavità, non da considerare rassegnazione, che permettono di andare avanti con risolutezza; diversamente, le difficoltà appariranno come croci insostenibili e insopportabili volte a rinchiudere l’esistenza in sepolcri sigillati dalle umane fragilità, indisposte alla luce della salvezza. «L’atto redentivo di Gesù penetra, infatti, in ogni tempo e in ogni spazio per ricreare e portare la vera luce» (don Carlo Cibien, La settimana liturgica – Dalla Parola alla vita, Credere – La gioia del Vangelo, anno X – n°14, 2 aprile 2023).
Gesù ci insegna e accompagna a scendere nel sepolcro, accogliendo la morte, con la prospettiva di abbandonarsi e affidarsi al Padre per proseguire in sicurezza lungo i sentieri dell’eternità. Il silenzio riempie questa giornata carica di speranza nella certezza di essere figli amati. Si tratta di un lascito che conferma il senso più alto e vero della cristianità: un principio da custodire, confermare e tramandare. Questo spartiacque tra Antico e Nuovo Testamento, ci prepara alla Pasqua di Risurrezione celebrata ogni domenica in un momento che ristora l’anima del penitente che, con umiltà, si accosta al mistero della riconciliazione per nutrirsi al banchetto eucaristico. Il tempo che precede la Veglia nell’attesa della Pasqua di Risurrezione deve guidarci a riposare in preghiera per rafforzare lo spirito nell’ottica di una comune fraternità e vivere la condivisione in una maniera rinnovata e comunemente salvifica.
Mario Baldassarre