Aprire il cuore alla grazia di Dio per fare esperienza del Risorto
Aprile 16, 2023Il tempo di Pasqua prosegue oltre la soglia della Risurrezione celebrata domenica scorsa. I momenti salienti della Passione, tuttavia, si confermano e riattualizzano nei passi e nei modi della mensa eucaristica scanditi in ogni liturgia dal padre celebrante. In questi giorni in cui viviamo una stagione climatica ancora incerta, le vicende mondane rimandano a gran forza immagini deprimenti richiamando quel sentimento di pace che ha percorso il periodo pasquale.
Gli episodi cruenti della guerra in Ucraina e il crescente clima di protesta, con atti di violenza, in Francia sono la chiara testimonianza di uno stato di sofferenza perdurante che attraversa la nostra epoca. Il cammino del tempo pasquale procede oltre la resurrezione, ben al di là dei confini del sepolcro dove, spesso, accantoniamo dubbi e certezze che necessitano di una spinta di fede e speranza per venire fuori. A noi è stata concessa la possibilità di fare esperienza del Risorto attraverso gli occhi della fede, lasciandoci guidare dalla luce della Parola e la forza dello Spirito Santo. «La Pasqua, prima di essere un incontro diretto e personale con Gesù Risorto, è un incontro mediato con la parola di coloro che ne hanno fatto esperienza» (Luigi Marie Epicoco).
«Riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni» (At 1,8), sono le parole di Gesù ai discepoli inviati come “testimoni” e, al tempo stesso, è un monito che si riattualizza nel nostro presente; come figli di Dio, ci pone nella condizione di inviati verso gli altri con sentimenti di fratellanza e amorevole carità. Il dubbio e l’incredulità fanno parte della nostra natura umana, molte volte subissata da un senso di razionalità e dalla spasmodica ricerca di una conferma scientificamente dimostrabile. Accanto a tutto ciò emerge la tendenza a voler ricevere dei segni per poter fare una personale e materiale esperienza di fede. La ricerca di una conferma, tuttavia, è in antitesi con i principi della fede e aumenta lo scetticismo e la curiosità.
Le vicende delle presunte apparizioni della Madonna a Trevignano Romano e i paradossali fenomeni miracolosi hanno innescato un’estenuante curiosità, intorno alla quale è stato intavolato un sistema volto a trarre profitti economici con dei riflessi negativi sul piano spirituale, aumentando il dubbio e il senso di incredulità. San Paolo ci mette in guardia da questi fenomeni millantanti, dispensatori di apparenti e inconsistenti certezze: «Guardate che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vani raggiri secondo la tradizione degli uomini e gli elementi del mondo e non secondo Cristo» (Col 2,8).
«Se i fenomeni straordinari possono essere un aiuto dall’alto per la fede (e ben venga se sono tali), resta il fatto che la cosa straordinaria è credere… al di là dei fenomeni eccezionali che ogni tanto il Cielo può concederci» (don Vincenzo Vitale, direttore del settimanale Credere – La gioia del Vangelo).
Ai discepoli che hanno visto il Risorto si aggiunge il dubbio di Tommaso che ne intende fare esperienza diretta e personale.
«Di fronte a tale rigidità il Signore non resta scandalizzato, ma va incontro a chi ha smarrito la fede per riaccenderla nella sua vita» (don Pietro Guzzetti, La settimana liturgica – Dalla Parola alla vita, Credere – La gioia del Vangelo, anno X – n°16, 16 aprile 2023). Capita anche a noi di voler fare esperienza diretta del Signore attraverso delle manifestazioni che avvalorano la nostra fede; al tempo stesso, ci sono momenti impregnati dal dubbio, da un senso di abbandono, in cui si diventa incapaci di riconoscere l’esistenza di Dio. Bisogna lasciare aperta la porta del cuore, al di là delle nostre miserie e degli errori, per permettere al Signore di venirci incontro; la serenità e soavità d’animo nascerà di parole confortanti delicatamente sussurrate: «Pace a voi».
«Entrare nelle piaghe di Gesù è contemplare l’amore smisurato che sgorga dal suo cuore. È capire che il suo cuore batte per me, per te, per ciascuno di noi […] Possiamo ritenerci e dirci cristiani, e parlare di tanti bei valori della fede, ma come i discepoli, abbiamo bisogno di vedere Gesù toccando il suo amore.
Solo così andiamo al cuore della fede e, come i discepoli, troviamo una pace e una gioia più forti di ogni dubbio» (Papa Francesco, Omelia della Santa Messa della divina Misericordia, Piazza san Pietro, 8 aprile 2018).
Mario Baldassarre