La Prof. accoltellata: grave clima di insofferenza nella scuola

La Prof. accoltellata: grave clima di insofferenza nella scuola

Giugno 3, 2023 Off Di Dario Alvino

Il caso della professoressa accoltellata da uno studente di 16 anni in una scuola di Milano è il caso emblematico della situazione scabrosa in cui la scuola italiana è piombata. Speriamo sia la punta dell’iceberg, cioè che non si verificano casi di emulazione: perché ricordiamolo all’idiozia non c’è mai limite… Intanto dobbiamo registrare altri casi di disagio scolastico, che per un pelo non sono finiti in tragedia. Pochi giorni fa in una scuola media di Palermo un ragazzino di prima media ha accoltellato uno di terza che lo aveva maltrattato con atti di bullismo.

C’è da riflettere: il ragazzo più grande sicuramente va redarguito, anzi punito per aver bullizzato, e qui gli si riconosce anche una buona dose di vigliaccheria, un collega di minore età, ma anche quest’ultimo, recandosi a scuola con un’arma impropria alla tenera età di undici anni, non viaggia proprio sui binari giusti. A quell’età è più lecito e auspicabile che pensi a giocare al calcio o scambiare figurine dei calciatori, anziché procurarsi un coltello e usarlo a scuola, seppur per difendersi.

La scuola sicuramente ha delle pecche, ad esempio nel voler rinnovare i programmi ad ogni cambio di ministro per vanto elettorale, piuttosto che badare ai bisogni reali degli alunni. Inutile se non dannosa l’uso e la pratica degli Open days, in cui le scuole, con la motivazione di orientare gli studenti sul corso di studio più adatto alle loro tendenze, mettono in pratica una strategia di marketing volta precipuamente ad aumentare il numero di iscritti. Questa mera competizione, che solitamente avviene tra aziende private in concorrenza tra loro e che ricorrono a tutti i mezzi pur di conquistare quote di mercato. Ma la scuola pubblica deve essere un’altra cosa, in cui non può essere ammesso il mercanteggiamento. Ma, al di là delle pecche della scuola, le cause degli episodi esecrabili di cui sopra, vanno ricercate altrove. Diciamoci la verità: la società in cui viviamo è molto degradata negli ultimi anni; a causa di un’aumentata superficialità degli individui, sempre più attratti dall’effimero, che unito al permissivismo delle autorità, costituisce una miscela deflagrante.

Questo ha favorito il proliferare dei comportamenti sempre più sfacciati da parte di giovanissimi che non hanno solidi valori morali, nè punti di riferimento negli adulti, genitori in primis incapaci di disciplinare gli istinti degli adolescenti; i ragazzi oggi spesso incolpevoli brancolano nel buio di una società ricca di riferimenti vacui e non recepiscono i valori fondanti, quali il rispetto altrui , il dovere civico ed il trasporto verso gli affetti familiari. Pertanto vivono situazioni di grande disagio.

Il ministro Valditara ha ventilato l’ipotesi di istituire la presenza dello psicologo in ogni scuola: non è un’idea peregrina, tutto serve a lenire il disagio giovanile, ma crediamo che un cambio di passo occorre nella società civile reinserendo quei valori di senso civico, vita sociale e soprattutto il ripristino dei rapporti interpersonali tra giovani e adulti che negli ultimi tempi è andato completamente smarrito.