Amare è accogliere la fragilità dell’altro

Amare è accogliere la fragilità dell’altro

Novembre 3, 2024 Off Di Mario Baldassarre


Trascorsa la festività di Ognissanti e la commemorazione dei fedeli defunti, il Tempo Ordinario si appresta al prospero periodo dell’Avvento.

Le vicende degli ultimi giorni e la tragedia climatica, che ha interessato diverse zone della Spagna, riaccendono i riflettori su una crisi in atto sempre più amplificata dall’incedere del riscaldamento globale. La conta dei morti interroga le coscienze, richiama all’attenzione e al senso di responsabilità. Fare i conti con le cause serve a poco, non risolve il problema, anzi, distoglie l’attenzione da quanto è necessario per evitare che altre cause si aggiungano a questo effetto domino, che nel tempo s’ingigantisce come una palla di neve ruzzolante verso la valle.

L’analisi del disastro richiama a forti prese di coscienza con fini umanitari: «Ci sarà il tempo di guardare indietro e appurare le responsabilità, come è avvenuto dopo la pandemia di Covid-19. Ma ora è necessario – continua il premier spagnolo Pedro Sanchez – orientare gli sforzi al colossale compito che abbiamo davanti, mantenere il nostro Paese unito nell’avversità e nella solidarietà». Purtroppo, le emergenze degli ultimi tempi da occasionali stanno diventando frequenti. Se in Italia si profila un autunno con temperature miti, in America la stagione è particolarmente calda da un punto di vista climatico e politico: nonostante la gravità della crisi climatica in atto, il problema per i candidati sembra secondario e particolarmente sottovalutato.

L’umanità sofferente è cieca dinanzi a questi rischi così gravi che riguardano tutti e mettono a dura prova il destino dei poveri, generando sempre più cospicui bacini di povertà e di indifferenza. «Rabbunì, che io riabbia la vista» (Mc 10, 52). Il grido del cieco nella vicenda evangelica è l’immagine dell’umanità sofferente, prostata da continui soprusi che si misurano con il metro del potere economico, che travalica ogni altra esigenza. Occorre ritrovare un nuovo equilibrio e focalizzare l’attenzione sull’amore di Dio e del prossimo, affinché l’umano possa trovare la pienezza e la corretta dimensione delle sue opere. L’aridità del cuore deve cedere il passo alla fattiva carità, amando il prossimo come se stessi, proprio come l’insegnamento di Gesù, senza eccezioni, aspettative e pretenziose contropartite, ma in maniera disinteressata. L’amore è capire la fragilità dell’altro, aiutare sapendo di essere non potenti ma fragili» (Vittorino Andreoli).

Sentire e vivere diventano un trasporto carico di empatia, così da superare le difficoltà mutando lo sguardo sulla realtà secondo un’azione corale e non individuale, riscoprendosi fratelli nelle diversità, coltivando la speranza per un futuro di pace e gioia.