Ato Rifiuti, il 16 marzo il rinnovo del Consiglio d’Ambito; si passerà da una gestione commissariale ad una solerte?
Marzo 14, 2022Dopo la gestione commissariale del dott. Antonello Barretta, il prossimo 16 marzo l’Ente d’Ambito del comparto Rifiuti avrà un nuovo Consiglio. Non sarà un manager a guidare l’Ente, come forse sarebbe opportuno, per esigenze di competenza e decisionismo, per dare una sterzata ad un Ente che si appresta a vivere una stagione difficile con tante sfide importanti e senza aiuti finanziari dal Pnrr.
Saranno eletti i componenti di una lista unica ”Ambiente e Territorio”, che vedrà candidato presidente Pasquale Giuditta, sindaco di Summonte e sarà composta da sei consiglieri per i comuni fino a cinquemila abitanti, cinque per la fascia fino a 30mila ed un consigliere con popolazione superiore. Per quest’ultima (Fascia A) concorrerà Tomasetta Jessica, per la fascia B Giuditta (sindaco di Summonte), Rossi Nicolino, Pelosi Vito (sindaco di Serino), D’Alessio Vittorio (sindaco di Mercogliano), Cardinale Roberto (delegato dal sindaco di Ariano Irpino), Ruggiero Giancarlo (sindaco di Mirabella); per la fascia C (fino a cinquemila abitanti) altri otto candidati.
Come dicevamo l’Ato Rifiuti dovrà centrare diversi obiettivi nel prossimo futuro: l’affidamento del servizio rifiuti ad un’unica azienda gestita dall’Ente (Irpiniambiente favorita alla conferma) ; l’efficientamento impiantistico della provincia; e l’allargamento della raccolta differenziata a tutto il territorio. Il tutto senza poter usufruire di un solo euro dei fondi del Pnrr, occasione perduta dal momento che l’Ente non ha approvato il Piano d’Ambito, né affidato il servizio in tempo utile. Una sconfitta, che fa il paio con quella dell’Ato Alto Calore, che si è visto soffiare l’occasione dall’Ente Idrico Campano .
Per la provincia di Avellino c’era l’esigenza di dotarsi di un impianto per l’umido dal momento che le pur modeste quantità di organico vengono mandate fuori regione, con aggravio di costi per l’utenza. Servirebbe un biodigestore come quello individuato a Chianche, ma che resta il pomo della discordia tra la maggioranza dei sindaci, con strascichi di polemiche e decisioni mai prese. Pertanto tutto diventa più difficile. I recenti tragici eventi bellici in Ucraina ci hanno portato quasi ad un’economia di guerra: ciò insegna che le decisioni rimandate e le occasioni non sfruttate mettono un Paese in crisi alla prima occasione. La politica è necessario che si dia una mossa!