Autonomia differenziata: il DDL è partito ma vi è un nugolo di oppositori!

Autonomia differenziata: il DDL è partito ma vi è un nugolo di oppositori!

Febbraio 12, 2023 Off Di Dario Alvino

Roberto Calderoli, ministro degli Affari Regionali e le Autonomie, ha presentato il disegno di legge sull’autonomia differenziata, di cui è partito l’iter attuativo con l’approvazione in Consiglio dei Ministri.

Il ministro leghista si è detto molto soddisfatto ed ha definito quello dello start un giorno storico; ma il percorso per l’approvazione definitiva sarà lungo ed articolato, nonchè battagliato.

Ma in cosa consiste l’autonomia differenziata, che non va confusa con il federalismo. Con l’autonomia le Regioni a statuto ordinario avranno la facoltà di chiedere la competenza esclusiva in alcune materie, quali l’istruzione, la valorizzazione dei beni culturali ed ambientali, i trasporti e la gestione di porti ed aeroporti. Per l’approvazione della legge preventivamente e nel termine di un anno dovranno essere definiti i LEP (livelli essenziali di prestazioni), cioè i servizi minimi garantiti a tutti i cittadini di qualsiasi regione. I LEP andranno decisi con appositi DPCM (decreti del Presidente del Consiglio); dapprima però sarà una cabina di regia ad individuare i Lep per ogni settore: secondo la maggioranza di governo dovrà essere politica, mentre le opposizioni premono affinché i Lep siano decisi da organi tecnici.

Intanto mentre la campagine governativa è intenta a portare avanti il disegno di legge per l’autonomia differenziata, varie sono le voci in dissenso, dalle parti sociali all’opposizione. Anzitutto dai Cinquestelle: Conte ha dichiarato che attuare l’autonomia significherebbe aumentare il divario tra Nord e Sud, anzi smembrare l’unità d’Italia; ed ha aggiunto “la destra ha presentato tale disegno di legge come manovra elettorale alla vigilia delle elezioni regionali”; Conte avrebbe preferito che non sia partito l’iter, in quanto teme che sarà poi difficile fermarlo.

Il più accanito oppositore del provvedimento si mostra De Luca, governatore campano, che promette di dare battaglia con tutti i mezzi, anche con scioperi ed agitazioni di piazza, per bloccare l’iter di una legge che si prefigura come contraria alla giustizia sociale nazionale.

Anche la Cgil, radunatasi in convegno in Puglia, ritiene pericoloso differenziare perle Regioni le regole di Scuola, servizi di trasporto e Sanità. Si rischia di fare dell’Italia un Paese Arlecchino con notevoli situazioni di svantaggio per il sud e le regioni più deboli.

La Spi-Cgil (Campania-Basilicata) in manifestazione in piazza anche a Napoli, teme che per Sanità e Welfare con l’autonomia si persegue il criterio della spesa storica, che continuerebbe a favorire le regioni più avanzate (Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna).

Michele Emiliano (Presidente Regione Puglia) ha dichiarato di ritenere non essenziale una legge, ma più opportunamente un decreto che stanzi 60/70 miliardi per il Sud per metterlo alla pari con il Nord.

Per Francesco Boccia (Pd) il Ddl è una legge pasticciata e Calderoli ha ignorato la Conferenza Stao-Regioni.
Per l’onorevole Cinzia Bonfrisco (Lega) invece l’Autonomia incoraggia il meccanismo virtuoso di attivazione delle risorse, come avvenuto in Lombardia in occasione della crisi pandemica.