Che ne sarà dell’industria cinematografica?

Che ne sarà dell’industria cinematografica?

Marzo 7, 2020 Off Di Redazione

Il contagio e la paura da coronavirus sta bloccato uffici, scuole e anche musei, e ovviamente teatri e cinema. E per l’industria dell’intrattenimento è una brutta crisi da affrontare . Trasporti, turismo, ristorazione. E ancora: fiere specializzate, commercio, agricoltura. Sono solo alcuni dei settori sull’orlo di una crisi di nervi per via dell’esplosione del coronavirus. Che sta minacciando i ritmi di crescita di un sistema economico già molto fiacco, non solo in Italia. Ma tra questi settori ce n’è un altro molto importante: quello dell’industria cinematograficaE per l’industria dell’intrattenimento è una brutta crisi da affrontare. 

Film posticipati per colpa del coronavirus

Le sale cinematografiche in Italia sono chiuse in 5 regioni e l’uscita di tantissimi film è stata posticipata. Tra i titoli annullati per il momento ci sono Si vive una volta sola di Carlo Verdone, Ritorno al crimine di Massimiliano Bruno, Cambio Tutto di Guido Chiesa, Il Commissario Montalbano Livia mia (gli episodi della nuova stagione che sarebbero dovuti essere la prima volta al cinema e invece tutto rimandato a data da destinarsi). Ma anche Lupin III – The First, Dopo il matrimonio, Onward, Il Talento del Calabrone, The Grudge, Un Amico Straordinario, Charlie’s Angels, Artic – Un’avventura glaciale. In sala solo alcuni temerari: Volevo nascondermi di Giorgio Diritti – Orso d’argento a Elio Germano, Marie Curie, The Grudge, Sola al mio matrimonio e Queen & Sim.

Cosa succede nel mondo

In Cina, dove tutto è cominciato, i cinema sono chiusi da settimane. Poi, più il virus aumentava la sua diffusione nel mondo, più ha cominciato ad avere effetti a catena. Sopratutto in Corea del Sud e in Italia. Alcuni analisti ritengono che il COVID-19, con la riduzione delle entrate al botteghino e dell’impatto sulla produzione, potrebbe aver già comportato una perdita di almeno 5 miliardi di dollari.  In Cina, il secondo più grande territorio del mondo in termini di botteghino, circa 70.000 cinema sono chiusi e questa norma di sicurezza anti contagio, ha profondamente segnato le entrate di Hollywood e degli studios locali. Gli analisti stimano che la perdita in Cina fino alla fine di marzo potrebbe arrivare a 2 miliardi di dollari o più. E non si prevede che le attività in multiplex riprendano in modo significativo per molte altre settimane, persino mesi. Anche la situazione in Corea del Sud, il quinto mercato più grande del mondo, preoccupa moltissimo: a febbraio, le entrate sono scese di quasi il 70 percento.

In Italia 

In Italia, con le restrizioni per frenare la diffusione del virus, circa la metà dei cinema del paese sono chiusi. Le entrate dei botteghini sono diminuite del 44% . Le entrate totali del secondo fine settimana sono diminuite del 76% . «Le conseguenze delle chiusure forzate e la paura che si è diffusa tra il pubblico sono drammatiche» ha detto Francesco Rutelli, presidente di ANICA, Associazione italiana delle industrie cinematografiche, audiovisive e multimediali, osservando che l’Italia stava godendo di un boom del botteghino.

Cosa fa Hollywood

Mentre il COVID-19 continua la sua diffusione in tutto il mondo, l’epidemia sta spingendo Hollywood a riorganizzare i suoi sforzi per lanciare film e spettacoli importanti. Mulan, della Disney, film d’animazione da 200 milioni di dollari con un cast tutto asiatico, e il film di MGM / Universal di James Bond all’inizio di aprile, “No Time to Die”, hanno rimandato le loro prime cinesi.  Disney e Pixar hanno anche rinviato l’uscita anche di “Onward” in Corea ad aprile e “Disney Korea” ha cancellato tutte le proiezioni per la stampa: «Selezioneremo e annunceremo una nuova data di uscita dopo aver fatto il punto della situazione intorno al coronavirus”, ha dichiarato Disney in una nota.

Nessuno sa cosa succederà

Un portavoce della Motion Picture Association, che rappresenta i principali studi a livello globale, avrebbe detto che «al momento vengono monitorati attentamente i rapporti dei funzionari della sanità pubblica sul coronavirus e le misure di protezione per limitarne l’impatto, continuando a prendere le precauzioni necessarie per garantire la salute e sicurezza di clienti e dipendenti» Tuttavia la maggior parte delle major, ha iniziato a riunirsi con i vari team, dai membri del personale di produzione al marketing, dalla finanza alle risorse umane per valutare il potenziale impatto della malattia. Non solo ma anche attrici e attori stanno tutti rinviando la promozione dei loro film: Renee Zellweger doveva essere in Giappone a febbraio per promuovere Judy, ma la sua visita è stata annullata. La visita promozionale sempre in Giappone di Saoirse Ronan in per Piccole donne, prevista per il 27 marzo, è stata annullata. 

Gli annullamenti nel mondo

Anche altri comparti del mondo dello spettacolo sono stati colpiti: annullate le date in Asia dell’iconica band punk rock Green Day e di Bob Dylan. Anche a Los Angeles, il Korea Times Music Festival, in programma  il 25 aprile all’Hollywood Bowl è stato provvisoriamente rinviato a causa della crescente incertezza del coronavirus. E poi la produzione di grandi titoli è stata costretta dal virus a fermare la realizzazione di alcune scene. Come per esempio la “mission” di Tom Cruise a Venezia. «Stiamo modificando il piano di produzione» ha dichiarato un portavoce della Paramount in una nota.  La CBS ha confermato di aver temporaneamente sospeso le riprese della nuova stagione della serie “The Amazing Race”.  Il Tokyo Disney Resort giapponese ha chiuso i battenti e rimarrà chiuso almeno fino al 15 marzo, seguendo la chiusura di altri di quelli di Shanghai e Hong Kong.

Il futuro? Difficili le previsioni

Le nuove infezioni COVID-19 in Cina hanno iniziato a rallentare e ci sono prove che il paese si sta muovendo verso il contenimento della malattia. Inoltre, nonostante i nuovi casi negli Stati Uniti, nessuno sta ancora prevedendo la chiusura di teatri o di una recessione nel Nord America.  Adam Aron, CEO di AMC Theatres, ha dichiarato agli analisti di aspettarsi un impatto economico “minimo” dallo scoppio a patto che il coronavirus non colpisca gli Stati Uniti in modo enorme. Allora quello sarebbe un grosso problema. Ma ciò che è successo finora è del tutto sopportabile.