Cristo è risorto veramente, alleluja

Cristo è risorto veramente, alleluja

Aprile 17, 2022 Off Di Redazione

«Se Cristo non è risorto la vostra fede è vuota.» (1Cor 15,14). L’affermazione dell’apostolo Paolo non si presta a fraintendimenti. Non si tratta di un pensiero ipotetico, apparentemente opinabile, ma una verità incontrovertibile che rafforza i principi fondanti su cui si incardina il pensiero cristiano. Il Mistero pasquale celebra la vittoria di Cristo sulla morte, aprendo uno spiraglio di luce che libera dalla prigionia del peccato e fa trionfare la forza consolatrice dell’amore.

Cristo è risorto, alleluia! Le campane suonano a festa.

Ogni lacrima è stata asciugata, ogni peccato redento. «Io sono con voi tutti fino alla fine del mondo», è il messaggio che Gesù lascia all’atto della sua dipartita terrena; un monito che conferma una presenza benedicente: basta accogliere il mistero della divina redenzione, aprendo i sepolcri induriti dall’orgoglio, dalle convinzioni precostituite, dalla tracotanza del rancore che non lasciano entrare la luce dell’amore di Dio nella vita. Anche nel cuore di Pietro albergava il dubbio e i tanti pensieri negativi per la tristezza della morte del Maestro e il forte rimorso per averlo rinnegato; il ritorno, con stupore e immensa meraviglia, dal sepolcro segnò la resurrezione del cuore di Pietro che uscì così dalla tristezza e dall’oscurità perché si lasciò inondare dalla luce di Dio. A volte le novità ci spaventano, ci inducono nel dubbio e nella tristezza «Non chiudiamoci in noi stessi, non perdiamo la fiducia – annuncia Papa Francesco – non rassegniamoci mai: non ci sono situazioni che Dio non possa cambiare, non c’è peccato che non possa perdonare se ci apriamo a Lui».

La Pasqua ci insegna che bisogna volgere lo sguardo al “Risorto”, con fiducia, riconoscendo le proprie fragilità, rimettendoci alla misericordia di Dio. Il limite della natura umana, molte volte, non ci permette di consapevolizzare l’infinità del perdono che viene con gratuità dal Padre: diventiamo giudici severi del nostro peccato, provando una forma di pudore nel dover confessare le nostre mancanze. Questa condizione diventa un forte impedimento ad accogliere la grazia di Dio che dona pace all’anima: quella pace che si prova quando sentiamo la sua presenza dentro di noi. In questo giorno di gioia, nonostante i tanti problemi che affliggono l’umanità e acuiscono paura e preoccupazioni, possiamo riscoprire la forza dell’amore di un Dio che si è calato nella natura umana per redimerla dal peccato.

La Processione, con le statue del Cristo morto e della Madre Addolorata, che ieri, dopo due anni di “fede segregata e bendata”, ha attraversato le principali strade di Avellino, guidata dal Vescovo Mons. Arturo Aiello, apre alla speranza, alla rinascita e alla preghiera per questo difficile momento per l’umanità segnata dalla guerra e dalle continue e ricorrenti atrocità. Il Vescovo ha invitato a prendere Maria nelle proprie case perché non resti sola e, al tempo stesso, affidati alla sua materna ed amorevole protezione ogni forma di solitudine e di dolore potrà essere disarmata.

Mario Baldassarre