Diventare testimoni dell’amore di Cristo risorto

Diventare testimoni dell’amore di Cristo risorto

Aprile 14, 2024 Off Di Mario Baldassarre
Cena in Emmaus, Caravaggio, 1601-1602, National Gallery di Londra

Pace a voi: così il Risorto saluta i discepoli impauriti riuniti nel cenacolo. Pace: è il pensiero ricorrente del nostro tempo, attorniato da una «guerra mondiale a pezzi», che turba gli equilibri tra le nazioni, mettendo a dura prova la vita di popolazioni innocenti.

È ricorrente, nella vita dell’uomo, lungo le direttrici più o meno concitate della storia, il bisogno di pace, che si riflette nella ricerca di equilibrio morale ed interiore, verso un miraggio di tranquillità. Talvolta i rocamboleschi ritmi quotidiani, necessitano di essere vissuti con intensità, senza l’avvicendarsi di fasi complicate, segnate da compromessi ed escamotage. Le fasi della Passione recentemente vissuta, rivelano lo stato del momento, segnato da numerose e ricorrenti forme di violenza, che si riflettono nel sociale e, al tempo stesso, rivelano il cuore dell’uomo, sempre più turbato da aritmie di battiti d’amore. La “sclerocardia”, secondo papa Francesco, rappresenta il male spirituale del nostro tempo, che si manifesta attraverso un’insensata ed ostinata ripugnanza agli annunci della salvifica volontà di Dio.

L’incontro con il Risorto dona pace e misericordia quando si incarna nella vita vissuta, fino a diventare testimonianza di un amore che non conosce confini e chiede solo di essere accolto. La salvezza, attraverso i segni della Passione, si apre alla risurrezione. Il tempo della prova e del sacrificio, vissuto con gioia e non percepito come ingiusto castigo, da la possibilità di fare esperienza del Risorto, così da osteggiare ogni forma di violenza e farsi testimoni di quella luce che dirada le tenebre dell’incertezza e dell’effimero. La fede acquista così quell’energia, che in quanto tale, va trasferita e moltiplicata, per evitare una forma di egoistica dissipazione. «Risplenda su di noi, Signore, il tuo volto» (Sal 4-7), ripete il salmista con chiara espressione di fede, perché «il Signore fa prodigi per i suoi fedeli; il Signore mi ascolta quando lo invoco» (Sal 4). «La Parola di Dio è in grado di aprire i nostri occhi per permetterci di uscire dall’individualismo che conduce all’asfissia e alla sterilità mentre spalanca la strada della condivisione e della solidarietà» (AI 13), ricorda papa Francesco nella lettera apostolica Aperuit illis, che nasce dal messaggio dell’odierna lettura evangelica (cfr Lc 24, 45), con la quale è stata istituita la Domenica della Parola di Dio.

Diventare testimoni di fede permette di interiorizzare un dono ricevuto dalla gratuita grazia di Dio a beneficio di un sano camino di fraternità e carità: presupposti fondanti di un annuncio di pace per i popoli, contro ogni forma di violenza o rivalità. «Il ruolo dello Spirito Santo nella Sacra Scrittura è fondamentale. Senza la sua azione, il rischio di rimanere rinchiusi nel solo testo scritto sarebbe sempre all’erta, rendendo facile l’interpretazione fondamentalista […] Lo Spirito Santo, dunque, trasforma la Sacra Scrittura in Parola vivente di Dio, vissuta e trasmessa nella fede del suo popolo santo» (AI 9).

Quest’anno della preghiera indetto da papa Francesco, in preparazione al Giubileo, dovrà essere un momento propizio per stare alla presenza del Signore e poter vivere consapevolmente quel principio e quel cammino di guarigione di cui l’umanità ha urgente bisogno.