«Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!» (Gv 1, 29)

«Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!» (Gv 1, 29)

Gennaio 15, 2023 Off Di Redazione

La letizia del Natale vissuta con intensità dopo un lungo periodo di prova ci conduce nella normalità della quotidianità. Anche il clima stagionale comincia a manifestare con risolutezza la rigidità di un inverno ancora lungo. Il cammino liturgico ci accompagna nel Tempo Ordinario, ripercorrendo i punti salienti della vita di Gesù raccontati dall’evangelista Matteo.

In questa domenica, seconda del Temo Ordinario, l’evangelista Giovanni pone in risalto la figura del Battista, che con forza, decisione e autorevolezza diventa testimone coerente del piano di salvezza. Si tratta di una profezia nella profezia delle parole di Isaia che identifica il Messia nella condizione di “servo”, portatore di salvezza “fino alle estremità della terra”: «Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria» (cfr. Is 49, 3.5-6).

«Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!» (Gv 1, 29). Nelle parole forti e risolute di Giovanni vive l’immagine del Figlio di Dio venuto per liberare l’umanità dalla schiavitù del peccato caricandosi delle sofferenze e addossandosi i nostri dolori (cfr Is 53,4) fino al martirio della Croce. «Egli è il vero agnello pasquale, che si immerge nel fiume del nostro peccato, per purificarci», scrive papa Francesco. Le parole del Battista testimoniano la misericordia di Dio, l’amore e la carità di un Padre che prende su di sé i peccati, senza semplicemente limitarsi a toglierli. Il peccato è un fardello insito nella natura umana; ognuno è costretto a portare su di sé il peso dei propri errori e delle proprie mancanze. La misericordia, tuttavia, richiede la grazia di Dio, tant’è che spesso il ricordo dei peccati e i richiami della coscienza diventano una tortura. Dio non ricorda i peccati, illumina il cammino con una storia di misericordia e amore senza condizioni. La grazia sta nel sentirsi amati nonostante le proprie fragilità, vivendo uno stato di contrizione ad ogni inciampo, con il proponimento di allontanare e “fuggire le occasioni del peccato” per orientare il cammino in una visione fatta di rettitudine e coerenza.

«Non c’è altro modo di vincere il male e il peccato se non con l’amore che spinge al dono della propria vita per gli altri», ricorda papa Francesco. Tanti sono i martiri che hanno sacrificato la propria vita per amore di Dio e i martiri che eroicamente hanno offerto la propria vita per il prossimo, accettando volontariamente una morte prematura con l’intento di seguire Gesù. Tra i “martiri della carità” va ricordato il sacrificio di Padre Massimiliano Kolbe, sacerdote polacco che sacrificò la propria vita nel campo di concentramento di Auschwitz per salvare un condannato a morte e Salvo D’Acquisto, nell’ottantesimo anniversario della morte, che salvò un gruppo di civili durante un rastrellamento delle truppe naziste nel corso della seconda guerra mondiale. Le virtù eroiche del giovane vice brigadiere napoletano sono una chiara e alta espressione di fede, amore e carità: «Se muoio per altri cento, rinasco altre cento volte: Dio è con me e io non ho paura!» (Salvo D’Acquisto).

Mario Baldassarre