Fidarsi e affidarsi all’amore di Dio

Fidarsi e affidarsi all’amore di Dio

Luglio 7, 2024 Off Di Mario Baldassarre
Immagine tratta da https://trinetteclavette.blogspot.com/

Le temperature stagionali lasciano prefigurare un’estate siccitosa. La frescura è un miraggio, l’arsura, invece, un fenomeno sempre più frequente con cui fare i conti. Per contro, assistiamo a cambiamenti climatici improvvisi tanto da creare alluvioni ed esondazioni di torrenti e fiumi, causando ingenti disastri ambientali che si riflettono sul tessuto socio-economico delle comunità.

Le allerte meteo, al riguardo, sono una costante degli ultimi tempi ed hanno perso il carattere della stagionalità. Sono di situazioni che sempre con maggiore chiarezza denotano lo stato di un pianeta malato ed in allarme: «si tratta di un problema sociale globale che è intimamente legato alla dignità della vita umana […] una delle principali sfide che la società e la comunità globale devono affrontare», ci ricorda il santo padre Francesco nella Laudate Deum. Sono proprio gli eventi estremi a dare contezza di un problema, così come l’importanza di una risorsa la si comprende ed apprezza quando comincia a scarseggiare: “il troppo – come ci ricorda la proverbiale saggezza popolare – stroppia”, e mai come in questo tempo bisogna maturare una sensibilità ecologica operativa, per evitare situazioni irreversibili. Dinanzi agli stati complicati, che a più ripresa incombono sulla quotidianità, tanto da far prefigurare un cammino in salita, cerchiamo le cause o i colpevoli, perdendo di vista il senso civico, che dovrebbe guidare ogni azione.

Nei casi più estremi imploriamo il soccorso divino o l’aiuto delle istituzioni predisposte a risolvere i problemi. Parlando di problemi ambientali e dei disastri degli ultimi tempi, mi sovviene l’episodio evangelico della tempesta sedata, rievocato nella liturgia domenicale dello scorso 23 giugno. Come i discepoli ci troviamo uniti nel dolore, sopraggiunge lo sconforto. «Perché avete paura? Non avete ancora fede?» (Mc 4, 40), furono le domande di Gesù ai discepoli ancora dubbiosi. Occorre sempre più portare Cristo sulle barche sgangherate delle nostre vite ed è necessario farlo con fiducia e speranza, per affrontare le frequenti tempeste impetuose. Bisogna fidarsi e affidarsi all’amore di Dio. Oggi più che mai, in questo clima segnato da guerre e atrocità, papa Francesco ci invita a non essere spettatori, ma artefici di un cammino che ci renda costruttori di pace: «La pace non sarà mai frutto dei muri, delle armi puntate gli uni contro gli altri. Non seminiamo morte distruzione, paura. Seminiamo speranza».

La speranza fa maturare coraggio per poter diventare protagonisti e non spettatori passivi vinti da sentimenti lagnosi di rassegnazione. Le condizioni avverse, come il dolore, sono una componente della natura umana con cui fare i conti, è necessario affidarle a Dio con fiducia e non pensare di liberarsene con presunzione o superbia.