GIORNATA MONDIALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI – 16 MAGGIO 2021 – “VIENI E VEDl” (Gv 1,46)

GIORNATA MONDIALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI – 16 MAGGIO 2021 – “VIENI E VEDl” (Gv 1,46)

Maggio 16, 2021 Off Di Tiziana Urciuoli

Centro Studi Cinematografici – Avellino

I film indicati dalla Cei per illustrare il tema “TITO E GLI ALIENI”

TITO E GLI ALIENI Al secondo lungometraggio la regista-sceneggiatrice Paola Randi fa centro con una storia che unisce la voglia di infinito, lo sguardo che si perde nell’orizzonte dello Spazio, con il bisogno di ritrovarsi, di riannodare i fili sfibrati dei legami familiari. Nel Nevada, negli Stati Uniti, nella ben nota “Area 51” vive un ricercatore italiano cinquantenne detto “il professore” (Valerio Mastandrea), un uomo solitario, rimasto vedovo e dedito unicamente al suo lavoro scientifico, a cercare di esplorare il cosmo in cerca di risposte.

Le sue giornate sono ripetitive e marcate dalla nostalgia, dall’ingombrante vuoto lasciato dalla moglie. Un giorno riceve una comunicazione dall’Italia; scopre che il fratello maggiore è deceduto e che gli affida i suoi due figli, Anita (Chiara Stella Riccio) e Tito (Luca Esposito), di sedici e sette anni. I due ragazzi sbarcano in Nevada convinti di abitare in una casa in stile Las Vegas, sognando di incontrare cantanti famosi e star; ben presto comprendono che li attende solo il deserto dove è stanziale lo zio scienziato. All’inizio tra di loro tutto è difficile, perché il silenzio è complicato da sciogliere e troppi anni sono passati dal loro ultimo incontro.

I due ragazzi, però, hanno un disperato bisogno di famiglia, di tenerezza, di sentirsi di nuovo amati, dopo due dolorosi distacchi, prima dalla madre e poi dal padre. Dall’altro lato lo zio, il professore, deve reimparare la grammatica del cuore, capire come tornare ad amare dopo la frattura che ha segnato la sua esistenza. Tra sguardi fantastici e lampi di realismo poetico, Tito e gli alieni conquista come una bella favola sociale dei nostri giorni, richiamando l’importanza della comunicazione non solo nella dimensione professionale, non solo nell’urgenza di trovare risposte scientifiche – i messaggi inviati verso lo Spazio, in cerca di segnali di vita da parte di altre creature –, ma anche (e forse soprattutto) nel nostro presente, nella dimensione basica-fondamentale degli affetti, lì nelle pieghe familiari dove tutto ha senso.

Comunicare significa, dunque, uscire dall’isolamento dell’“Io” per ricentrarsi nel “Noi”. È senza dubbio una proposta originale Tito e gli alieni, contrassegnata da una poesia nascosta e malinconica, un film ben interpretato e con una regia presente, solida.