Gioventù contemporanea: da bocciare o speranza per la società ?

Gioventù contemporanea: da bocciare o speranza per la società ?

Settembre 26, 2023 Off Di Dario Alvino

Un avvincente dibattito è scaturito dall’incontro organizzato dall’Associazione Cattolici Democratici Fausto Addesa sul tema della gioventù in epoca attuale.

Moderata dal giornalista Gaetano Amato si sono avvicendati nell’eloquio il dottor Antonio Limone, la dottoressa Pina Pedicini, responsabile terapeutica de la Casa sulla Roccia e don Vitaliano Della Sala, parroco di Capocastello e vicedirettore della Caritas di Avellino.

Il dottor Limone ha esordito facendo notare che in tutte le epoche la società corrente si mostra nostalgica di quelle precedenti, che vengono considerate migliori, più sagge e con meno difetti. Ma egli rifletteva che se ognuno di noi cavalca l’alibi del passato nessuno mai assume la responsabilità del presente; invece la società è lo specchio di noi stessi: riflette i nostri difetti, quindi se noi forniamo cattivi esempi oppure ci rendiamo protagonisti di ingiustizia avremo una cattiva società.

Quindi egli esortava a non perdersi nel rammarico e a confidare nella speranza.

La dottoressa Pedicini ricordando che la sua comunità (La Casa sulla Roccia) si occupa di dipendenze (da droga, alcol, maltrattamenti) osservava che molti giovani oggi si basano sulla trasgressione e sulla visibilità attraverso i social; ella rifletteva che se un tempo i giovani se i giovani si sballavano e commettevano cose deplorevoli essi lo nascondevano; oggi invece godono e filmano le loro “scorribande”. Questo denota un deficit di sentimenti e di sensibilità verso i rapporti umani da far paura.

Don Vitaliano Della Sala riconosce il disagio della condizione giovanile, pur non addossando la croce ai giovani ma piuttosto agli adulti che non sono disposti ad ascoltarli e ricorda che il conflitto generazionale è un aspetto peculiare di tutte le epoche: nella rivoluzione sessantottina la distanza era di anni luce eppure i contrasti si sono smussati. Oggi l’uso degli smartphone e dei social aumenta il distacco tra giovani e adulti ma questi ultimi non devono demonizzare i primi. Come è stato in ogni epoca gli adulti possono far valere la loro saggezza e in tal modo i giovani saranno più disposti ad ascoltarli.

Vincenzo Petruzziello, ventiduenne universitario, l’unico giovane presente in sala, ha focalizzato la differenza di comportamenti ed obiettivi che hanno diverse frange di giovani: ci sono i tranquilli che trascorrono il tempo libero colloquiando tra loro e divertendosi con cose semplici e gli esagitati che provano piacere nell’eccedere in tutto riprendendo coi telefonini le loro gesta; evidente il suo disorientamento in una città come Avellino che è passata da dall’essere un posto tranquillo ad avere molteplici ombre.

Il Dott. Amalio Santoro, socio fondatore dell’Associazione organizzatrice, osservava che quella presente è la società degli eccessi, ognuno è proteso a realizzare a primeggiare in tutti i campi: ciò va a scapito della qualità della vita e della condivisione di affetti, anche familiari; pertanto i giovani sono lasciati soli ed in balia delle onde invasive dei social e della precarietà