Il cammino verso la Santa Pasqua contro le logiche della mondanità

Il cammino verso la Santa Pasqua contro le logiche della mondanità

Marzo 3, 2024 Off Di Redazione
Immagine: Giotto, Cacciata dei mercanti dal Tempio 

Il cammino verso la Santa Pasqua si appresta a solcare un mese, che per antonomasia si presenta con non poche incertezze. “Marzo pazzerello, guarda il sole e prendi l’ombrello”, ricorda un detto popolare, espressione di saggezza antica. La variabilità climatica è ormai diventata una costante in questi ultimi anni, tant’è che assistiamo a cambiamenti piuttosto evidenti anche nel corso della stessa giornata. Gli sbalzi di temperatura e le impreviste variazioni climatiche, tuttavia, hanno da sempre contraddistinto il tempo che si appresta alla primavera.

L’incertezza spesso si riflette sull’umore, specie quando le giornate diventano uggiose e frequentemente umbratili. Le vicende della quotidianità pongono l’attenzione su fenomeni sociali troppe volte complicati che, inesorabilmente, aumentano lo stato di preoccupazione. Le cronache quotidiane evidenziano situazioni in cui si assiste ad una mercificazione, che imbriglia ogni ambito del sociale. Prevale un principio quantificatore del “più si ha e meglio si sta”, fino a diventare consumatori bulimici di risorse, con conseguente rischio di condurre una vita sregolata.

Il denaro è sempre più il metro per misurare un apparente benessere sociale che, in questa visione ben troppo materiale, non collima con un benessere psichico e, in maniera più che proporzionale, rende insensibili e privi di buoni sentimenti.

Questo principio, quando spinto all’eccesso, fa manifestare il senso del predominio sugli altri, a danno dei poveri e dei più deboli che, pur vittime di un sistema così perverso, manifestano una sorprendente integrità morale e un equilibrio interiore. Le forme di rancore ed odio nascono e si alimentano da questa logica e spesso degenerano in conflitti sempre più efferati; l’amore non si quantifica, né si misura, ma concorre a generare le condizioni e i presupposti per un mondo migliore dando pienezza alla vita abitata dalla grazia di Dio. «L’entrata in Cielo non si paga con i soldi. Le onorificenze non aprono la porta del Cielo. Gesù ci dirà: “Ero affamato e mi hai dato dal mangiare; ero senza tetto e mi hai dato una casa; ero ammalato e sei venuto a trovarmi; ero in carcere e sei venuto a trovarmi”» (cfr Mt 25, 35-36) (Papa Francesco, Giubileo straordinario della Misericordia, Apertura della Porta Santa, Omelia, 18 dicembre 2015, Ostello della Caritas in Via Marsala, Roma).

La fraternità, alimentata da un vivo sentimento caritatevole, è la prerogativa fondante per la pace e la concordia tra le genti.

«Avete fatto della casa di Dio un mercato!» (Gv 2, 16) è l’accusa di Gesù, dinanzi ad un sistema di mercificazione ostentata nel segno di un profitto rincorso con avidità. L’esistenza non può essere ridotta alle leggi schiavizzanti del denaro e dell’idolatria; la vita dell’uomo è il tempio di Dio, che non può essere governato dalle leggi discutibili del mercato che genera divisioni, disparità soprusi ed infelicità. Cristo, «scandalo per i Giudei; stoltezza per i pagani» (1Cor 1, 23), diventa fonte di salvezza attraverso la sconfitta e l’umiliazione del martirio sulla Croce. Un dono d’infinita misericordia, estraneo alla logica del profitto, di un Padre che si rende servo per amore.

Mario Baldassarre