Il Murale della Pace nella Chiesa di S. Francesco a Borgo Ferrovia

Il Murale della Pace nella Chiesa di S. Francesco a Borgo Ferrovia

Maggio 23, 2021 Off Di Redazione

“I destini del mondo si maturano in periferia” sosteneva il parroco di Bozzolo don Primo Mazzolari. Sulla scia di questo sublime pensiero, sul finire degli anni ’50, don Ferdinando Renzulli, l’”amico dei poveri”, volle dare a Borgo Ferrovia, periferia alle porte di Avellino, una nuova chiesa Parrocchiale dedicata a S. Francesco d’Assisi. All’interno della chiesa, sulla parete alle spalle dell’altare maggiore, è possibile ammirare un’opera monumentale di elevato valore artistico e storico-culturale: il “Murale della Pace”, realizzato sul finire del 1964 dall’artista irpino, all’epoca ventiquattrenne, Ettore De Conciliis con la collaborazione dell’artista romano Rocco Falciano. L’opera si configura come uno straordinario capolavoro della storia dell’arte italiana sullo stile grafico-pittorico di Renato Guttuso. Il murale di circa 120 mq si presenta suddivisibile in più parti e lo scorrere delle immagini è espressione di un profilo neorealista di cinematografica memoria.

Nella parte destra, dal punto di osservazione, è possibile ammirare la storia del genere umano in cui prevalgono immagini di dolore, con eccidi, in particolare nell’era nazista, guerre, impiccagioni, il fungo della bomba atomica e in alto il papa Pio XII a braccia aperte ad implorare la pace. Nell’angolo in basso invece è raffigurato un prete sudamericano in abito talare che stringe un crocifisso in segno di speranza nei momenti atroci e simbolo di risurrezione. Scorrendo lo sguardo nell’osservazione verso sinistra appare una moltitudine di persone diverse per nazionalità, età e gruppi sociali, inneggianti messaggi di pace. Fra queste è possibile riconoscere Papa Giovanni XXIII, Palmiro Togliatti, i meridionalisti Guido D’Orso e Rocco Scotellaro e ancora il presidente americano J. F. Kennedy, il filosofo Bertrand Russel, Fidel Castro, Pier Paolo Pasolini ed altri, molti dei quali di chiara vicinanza al pensiero comunista e un lupo, emblema irpino, che ulula alla luna. Al centro dell’opera troviamo una figura sospesa e ingrandita sulla folla contadina: San Francesco d’Assisi, ispirato al ritratto del Cimabue. Il messaggio che prevale richiama all’amore che unisce gli uomini: un invito, rivolto all’umanità, ad essere costruttrice di pace in famiglia, nella società, nel lavoro. Si evidenziano altresì messaggi di pace, di giustizia e libertà, sull’insegnamento del poverello d’Assisi. L’opera destò molto scalpore con un eco che travalicò i confini irpini fino ad arrivare alla Santa sede vaticana. I critici d’arte contestavano la presenza di immagini di morte in una chiesa cristiana e l’associazione di vari personaggi vicini al pensiero comunista. La “Domenica del Corriere” del novembre del 1965 titolò “L’affresco dello scandalo” riportando la notizia in copertina d’apertura. Il papa Paolo VI, in seguito alle polemiche maturate intorno all’opera realizzata, volle ricevere in udienza privata l’artista de Conciliis per chiarimenti. In questo murale in realtà ciò che prevale è il messaggio di pace che muove i suoi passi intorno a S. Francesco.

Don Ferdinando Renzulli che volle l’opera sostenne: «Qui è raffigurata la speranza ed è un augurio, un invito, un messaggio». «Anche Cristo – ribadì ancora il presule – si circondò di uomini respinti ai margini della società di allora e lasciò che lo seguissero gli infelici e persino i ladri e le adultere. Ma lo fece perché i ladri e le adultere erano coloro che avevano più bisogno di lui, perché si convertissero e si emendassero, perché cioè cessassero di rimanere fuori dalla legge.» Recentemente l’opera è stata rivalutata ed apprezzata dal critico d’arte Vittorio Sgarbi. In particolare egli afferma: «A vedere il murale oggi sembra di tornare in un altro mondo, in cui soltanto chi non ha niente si assomiglia: sono i nostri genitori, con le loro speranze, negli anni della ricostruzione dopo la guerra. Ed è questa idea di popolo che rende così originale la composizione di de Conciliis, un’idea di fratellanza, di uguaglianza, e anche di difficoltà che, tutti insieme, si potrà superare. La religione ha un senso se si cala nell’umanità. Soltanto stando insieme si potrà rinascere.» Si tratta di un messaggio particolarmente attuale in questo momento storico e in linea con i messaggi di papa Francesco sapientemente richiamati nell’ultima Enciclica “Fratelli tutti”.

Mario Baldassarre