Il servizio fraterno è il rimedio ad ogni forma di vanità

Il servizio fraterno è il rimedio ad ogni forma di vanità

Novembre 5, 2023 Off Di Redazione

Il mese di novembre, apertosi con la festività di Ognissanti, anticipa la fine di un anno difficile e tormentato e la conclusione dell’Anno Liturgico Matteano, in memoria del Santo Evangelista le cui reliquie sono conservate nel Duomo di Salerno, Basilica Cattedrale Primaziale Metropolitana di Santa Maria degli Angeli. L’Avvento natalizio potrà così segnare l’avvio di un nuovo cammino liturgico, lungo un percorso di gioia che si affaccia sul tempo e sui luoghi della natività, per dar forma ai buoni propositi, alle speranze di pace e all’armonia feconda tra i popoli.

L’emergenza climatica, con i disastri del maltempo che in questi giorni hanno interessato Firenze e varie località liguri, ha attraversato l’anno nelle varie fasi stagionali, tanto da creare numerosi disagi e danni. Una annosa criticità che si trascina e che, nonostante le allerte, diventa sempre più una problematica ricorrente in vari momenti dell’anno e nelle regioni più esposte per condizioni idrogeologiche ed orografiche. Dinanzi a situazioni del genere, a differenza della guerra, la macchina dell’emergenza si mobilita con prontezza, tuttavia le fragilità di un sistema impoverito e spesso danneggiato dalla mano dell’uomo si fanno sempre più evidenti.

Sui banchi della politica si intavolano discussioni ricorrenti su buone maniere ed altrettanti propositi, ma il più delle volte prevalgono pretese faziose e tutt’altro che utili a risolvere annose questioni. Il progresso tecnologico e le teorie dell’era punto zero coinvolgono i vari ambiti del tessuto sociale, con alti punti di presunzione o di pretese prevaricanti, facendo mancare sentimenti di umiltà e buon senso.

«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti scribi e farisei. […] Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito» (Mt 23, 2-3).

Quanta attualità in queste parole pronunciate da Gesù! Sembrano pensieri scritti per questo nostro tempo pervaso dal ricorrente senso dell’apparenza ad ogni costo. Conta ciò che si vede e si quantifica non quello che si è; la caratura morale acquista significatività se diventa un abito da sfoggiare, diversamente si manifesta come condizione di debolezza. La vanità prende forma quando la sincerità cede il passo all’ipocrisia e l’umiltà all’orgoglio, spesso con una spocchiosa superbia. Gesù condanna questi criteri smodati che non lasciano emergere sentimenti di bontà aperti alla fraternità secondo la visione del Padre. Le evidenze attuali si muovono in controtendenza: la politica è diventata forma di propaganda, a dispetto dell’”alta forma di carità”, come concepita da Paolo VI; il dialogo e la negoziazione cedono il passo alla violenza e all’oppressione, come si vede in queste guerre che proseguono ad oltranza. L’apparenza, il più delle volte, è un modo sconcio per una una falsa coerenza o, ancor peggio, per avere consenso e successo a fronte di comportamenti inopportuni e sconvenienti.

Una logica che il Vangelo capovolge: «Chi tra voi è il più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà innalzato» (Mt 23, 11-12). Basterebbe attuare questi buoni propositi per smantellare ogni forma di violenza e di odio e risolvere complicate situazioni tendenti a degenerare. Occorre anteporre il servizio fraterno alla vanità, come Cristo fattosi uomo non per essere servito ma servire, fino al sacrificio della Croce per salvare l’umanità dall’iniquità del peccato. Servire è custodire e al tempo stesso coltivare: l’amore fraterno che alberga nel cuore potrà così avere una visione missionaria di salvezza e prosperità per il bene di tutta l’umanità.

Mario Baldassarre