Il tuo DISCO : terzo appuntamento,                questa settimana  un omaggio al grande RENATO CAROSONE.

Il tuo DISCO : terzo appuntamento, questa settimana un omaggio al grande RENATO CAROSONE.

Aprile 11, 2020 Off Di Redazione

Esattamente cent’anni fa nasceva a Napoli Renato Carosone, uno dei più grandi e originali artisti della canzone italiana, grande creatore di contaminazioni fra jazz, musica americana e partenopea e l’Oriente.

Cantautore, pianista, direttore d’orchestra e compositore è stato uno dei maggiori autori e interpreti della canzone napoletana e della musica leggera italiana tra il secondo dopoguerra e la fine anni ’90 miscelando e contaminando i ritmi della sua terra con le musiche d’oltreoceano. Jazz, swing, boogie-woogie, blues, cha cha cha e rock and roll. Conquistato dai ritmi americani, dai profumi d’Oriente, dal sound latino. E’ stato uno dei primi cantanti italiani, accanto a Domenico Modugno, ad aver venduto dischi negli Stati Uniti senza inciderli in inglese. Prima di affermarsi sulla scena internazionale la gavetta è stata lunga, ma importante. La prima grande delusione dopo il provino per la Fonit. “Trovatevi un mestiere serio – lo apostrofò un importante impresario svizzero titolare di una catena di locali notturni – Lasciate perdere, Carosone”. Fu ‘salvato’ da Sergio Bruni che gli presentò un autore di successo, Nino Oliviero. Quest’ultimo decise di scommettere sullo strano trio formato da Carosone, Peter Van Wood e Gegè Di Giacomo. Fu il successo con l’incisione di un primo 78 giri con la ‘Pathè’ contenente ‘Oh Susanna’ e ‘Scalinatella’. La sua band storica era formata dall’eccentrico chitarrista ed astrologo olandese Peter Van Wood, mentre la batteria era suonata dal mitico e stravagante Gegè Di Giacomo, nipote del grande poeta Salvatore che al grido di Cantanapoli dava avvio a tutte le esecuzioni dal vivo. Sorprendente il suo primo ritiro dalle scene all’apice del successo nel 1959. Ecco come lo spiegò lui stesso per zittire le voci fantasiose e i pettegolezzi in un’intervista rilasciata al settimanale Oggi del 24 settembre di quell’anno:

«É vero, mi sono ritirato per questa unica ragione:per scendere dalla ribalta mentre sono ancora vivo, finché la mia faccia non ha ancora incominciato, o m’illudo, ad annoiare… Chi si abbarbica al guadagno è finito, non pensa più alla vita né alla famiglia né ad altro che al denaro: É triste, molto triste. Mi riempie di gioia pensare che potrò fare Natale e Pasqua a casa mia, con mia moglie e i miei figli come mi è stato impossibile fino ad oggi…».

Una grande lezione di umiltà per tutti gli artisti che si sentono arrivati e credono che il successo sia la cosa più importante nella vita. L’impresa di riportare Carosone sul palco riuscì nel 1975 a un suo vecchio amico Sergio Bernardini, il proprietario della Bussola di Marina di Pietrasanta.

E’ proprio in questo ricordo, abbiamo estratto questo disco , un importante documento dell’attività di un pianista , autore, cantante e direttore d’orchestra caro alle platee di tutta Europa : segna infatti la rentrèe di Renato Carosone dopo quindici anni d’assenza dal palcoscenico, è la registrazione dei suoi maggiori successi rielaborati con il gusto di oggi. Un Lp tutto godibile , sia dai giovani che di Carosone avevano sentito appena parlare, sia da coloro che lo applaudirono come uno degli artisti più’ originali degli anni ‘ 50. Ci furono concerti in Italia e in America tutti sold out perché il suo pubblico non lo aveva dimenticato.

Nel 1993 fu colpito da aneurisma che lo costrinse a un lungo ricovero e a diradare le apparizioni in pubblico. Iniziò a dipingere e a godere maggiormente degli affetti familiari.

Il 20 maggio 2001, dopo aver pranzato con la famiglia, si concesse un sonnellino. Dal quale non si svegliò più. Un addio in punta di piedi, con la stessa classe con cui aveva vissuto.

Aveva 81 anni. Nella Chiesa degli artisti circa 5mila persone lo hanno salutato. Gente comune, gli amici di una vita come Renzo Arbore, Luciano De Crescenzo, Marisa Laurito, Mogol e Lucio Villari, Fiorello, Antonio Bassolino, Michele Guardì e Peter Van Wood.

E intanto è entrato nel vivo il centenario

Ascoltiamolo insieme…molto toccante !!!