LA CILIEGIA

LA CILIEGIA

Giugno 7, 2020 Off Di Redazione

Tra fine maggio e giugno arrivano sulle nostre tavole le ciliegie, un frutto ricco di proprietà nutritive.

Il mese di giugno è rallegrato dall’arrivo delle gustosissime ciliegie, un frutto ricco di proprietà nutrizionali. Diuretiche, astringenti, rinfrescanti, ricche di sali minerali come potassio, ferro e calcio, con un buon contenuto di vitamine A e C ed un buon equilibrio tra zuccheri ed acidi, le ciliegie sono il tipico alimento irresistibile a cui non si può rinunciare.

La maturazione avviene tra la fine di maggio a tutto il mese di giugno a seconda delle varietà che, in Italia, sono ben 150.

Le squisite “palline rosse” rappresentano un’eccellenza gastronomica nonché una consistente risorsa economica in quanto la produzione di ciliegie alimenta un mercato ed un’industria fiorenti. Le Ciliegie infatti, si consumano fresche, conservate e/o lavorate per ricavare marmellate, confetture, sciroppi ed altre specialità. Nell’industria dei liquori, sono un ingrediente essenziale per produrre lo Cherry-Brandy.

Caratteristiche della Ciliegia

La raccolta della Ciliegia avviene, manualmente, nella seconda metà di maggio e i frutti vengono sistemati sapientemente all’interno di cassette e di cesti con modalità che ne preservino l’integrità durante il trasporto.

Dal punto di vista delle caratteristiche qualitative, la “Ciliegia ” deve possedere una polpa consistente e croccante di colorazione compresa tra il rosa ed il rosso, ad esclusione della Mora.

Il sapore è dolce e fruttato; la buccia deve essere sempre lucente ma il colore varia a seconda della varietà: giallo e rosso brillante al rosso scuro tendente al nero per tutte le altre varietà.

Le varietà di Ciliegie sono diverse.

Tra i primi di maggio maturano le “Ferrovie e L’imperiale” (bianche e rosse) proseguendo nel mese di giugno arrivano a maturazione la “Giorgia , Spernocchia , Pagliaccia “ frutto che possiede le migliori qualità dal punto di vista organolettico.

Storia della Ciliegia

Il Ciliegio è una piante originaria dell’Asia che, secondo San Girolamo, fu portato in Italia nel 68 a.C. da Lucullo al ritorno dalla città turca di Cerasonte. In epoca medievale, i monaci si attivarono per la coltivazione di questa pianta che era a rischio di estinzione e la piantarono nei loro orti.

Nel XVI la diffusione del ciliegio si è intensificata sia per la qualità del frutto che per il pregio del legno particolarmente adatto in ebanisteria e per realizzare strumenti musicali come i flauti e le canne d’organo.

Nel corso dell’Ottocento, il consumo di ciliegie era riservato alle classi più facoltose e, tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, si dedicava soprattutto alla coltivazione del gelso che era legato alla bachicoltura a sua volta fonte di materia prima per la seta. Quando il prezzo di questo tessuto crollò per effetto della concorrenza straniera si ripresero a piantare altri alberi da frutto tra cui proprio il Ciliegio.