La ricchezza condivisa è fonte di bene
Settembre 25, 2022Il vento di guerra ancora imperversa senza sosta dalle latitudini orientali. Le vicende degli ultimi mesi hanno, in parte, distolto l’attenzione dal problema, senza una reale presa di coscienza europea su quanto sta avvenendo. Le sanzioni commerciali messe in atto negli ultimi periodi non hanno fatto altro che acuire una campagna di odio con conseguenze preoccupanti sulle economie familiari già di per sé precarie. Il razionamento energetico durante l’inverno da priorità è diventato necessità per poter far quadrare il bilancio delle risorse disponibili e garantire una razionale distribuzione.
Gli effetti di questa crisi sono quantificabili economicamente e fanno profilare la nascita di nuove forme di povertà. Dinanzi a questo stato di fatto, così aspramente complicato, gli interessi e i giochi di potere mirano con insistenza ad azioni militari. Rimane inascoltato il corale richiamo di Papa Francesco, che a quanto pare sembra sia il solo a parlare di pace. «Mi sono vergognato – ha ribadito il pontefice – quando ho letto che un gruppo di Stati si sono compromessi a spendere il 2% del Pil per l’acquisto di armi come risposta a questo che sta accadendo, pazzi!» Il livello di benessere e prosperità della civiltà occidentale si scontra con il perdurante stato di indigenza degli stati africani in cui la fame falcidia annualmente milioni di vittime. L’ingegneria genetica e le coltivazioni intensive hanno permesso di produrre molto di più di quanto serve, con un conseguente spreco di alimenti e risorse da parte dei paesi economicamente ricchi. I conflitti non fanno altro che aggravare la fame nel mondo e, al tempo stesso, la fame scatena sempre nuove guerre: circolo vizioso di un cane che si morde la coda.
La ricchezza genera povertà d’animo, freddezza, incapacità di comprendere l’indigenza altrui e di amare. Il troppo anestetizza i sentimenti, richiudendo la vita nella solitudine, nel timore di perdere certezze. La mondanità fa volgere lo sguardo su se stessi, impedendo un cammino di prosperità e benessere condiviso, sostenibile e duraturo. Papa Francesco, paladino della povertà e di una Chiesa più sobria e attenta ai bisogni dei fedeli, esorta gli imprenditori di Confindustria alla condivisione di risorse: «La ricchezza aiuta molto nella vita; ma è anche vero che spesso la complica: non solo perché può diventare un idolo e un padrone spietato che si prende giorno dopo giorno tutta la vita, ma anche perché implica la responsabilità di non disperderla, di usarla per il bene comune. […] La condivisione è un altro modo della povertà evangelica» (Cfr Udienza agli imprenditori di Confindustria del 12 settembre 2022)
Il ricco epulone della parabola evangelica è schiavo delle proprie ricchezze terrene e insensibile ad ogni grido di aiuto e di dolore. L’incuranza della sofferenza altrui genera la sofferenza eterna. Sono le opere buone e di carità a salvare l’uomo dall’oblio, dando un senso al proprio passaggio terreno. La ricchezza condivisa è un’autentica forma di bene. Lazzaro è alle nostre porte tutte le volte in cui pretendiamo di vivere chiusi nelle comodità casalinghe, mostrandoci avvezzi alle manifestazioni di solidarietà millantate per dare sfogo all’apparenza. Accorgersi di Lazzaro e accoglierlo con animo caritatevole significa aprire il cuore a Cristo, che abitando le nostre vite sosterrà le croci quotidiane lungo il cammino che porta all’eterna salvezza.
Come cristiani siamo chiamati a far maturare i nostri “talenti” con uno sguardo fraterno rivolto ai poveri, affinché la salvezza sia un retaggio spirituale comune di chi riceve e chi dona.
Mario Baldassarre