L’amore di Dio rifugge il sentimento calcolatore
Settembre 24, 2023In questa fresca aria settembrina, che gradualmente percorre un autunno appena abbozzato, è sempre più necessario e, quantomai, opportuno pensare alla regolarità dei ritmi lavorativi e alle scadenze tributarie che, inevitabilmente, ci attendono. Le giornate che si accorciano rievocano la suggestione dei ritmi casalinghi e il ravvivarsi di un tepore familiare che, se vissuto con intensità, riesce a restituire sentimenti profondi e sublimi.
Questo tempo richiama al forte senso di responsabilità e alla necessità di rendersi operativi, per far quadrare i conti a fine giornata. Si tratta di una visione comune che coinvolge gli adulti, ma anche i più piccoli, impegnati nella ripresa delle lezioni scolastiche e con la necessità di regolarizzare, con puntualità, il risveglio mattutino, talvolta alle prime luci dell’alba. Spesso sorprende la condotta dei più piccoli, che si adeguano a situazioni apparentemente complicate, senza tanto lamentarsi, ma con quell’obbedienza che, talvolta, manca ai più grandi, che con orgoglio millantano una maturità acquisita. Passando in rassegna i momenti difficili attraversati, questa condizione è emersa sempre in maniera evidente: il Covid-19 ne ha dato una chiara testimonianza.
La lettura evangelica di questa domenica mette in primo piano una situazione lavorativa, intessuta attraverso una parabola che Gesù racconta ai discepoli. “Il regno dei cieli”, dai racconti proposti, viene letto attraverso vicende umane. Il riflesso di un padre buono e misericordioso, talvolta, si cala con difficoltà nella concezione umana, in cui prevalgono il sentimento calcolatore e le innumerevoli condizioni attraversate da fastidiose punte di orgoglio. La misericordia si scontra con il senso di giustizia per ristabilire equilibri, sanzionare colpe, in nome di un’etica che non ammette alcuna forma di favoritismo. Con facilità è possibile calarsi nel disagio provato dai lavoratori della prima ora, che si vedono ricevere lo stesso compenso di coloro che hanno faticato un’ora soltanto. Prevale quel senso evidente di ingiustizia, che grida allo scandalo.
Le vicende degli ultimi tempi hanno aperto spiragli accesi di discussione in cui, spesso, è prevalso il livore, manifestato con forza. Il redito di cittadinanza è stato un tangibile banco di prova. A Dio manca il senso della misura: ama senza quantificare, senza porre limiti o condizioni; è un Dio che cerca l’uomo, non per un bisogno materiale, ma per una necessità di amore e di salvezza. Nella vigna del Signore si lavora per e con amore e l’amore non conosce misure, se non la gratuità di uno spirito caritatevole e misericordioso. Il Signore percorre le strade della vita per trovare operai per la sua messe, scende nel buio delle nostre fragilità, dandoci la forza e l’entusiasmo di essere operativi, senza forme o pensieri discriminanti. La ricompensa è frutto della bontà ed è per tutti, perché la salvezza non può passare attraverso una presunzione o una discriminazione, spesso dettata da un’indole farisaica, ma deve raggiungere, alla stessa maniera, anche gli operai dell’ultima ora.
Nel disegno d’amore di Dio dobbiamo sentirci figli amati, seppur con le miserie e le tante fragilità, anche quando si presentano situazioni apparentemente avverse che lasciano presagire il contrario: «L’empio abbandoni la sua via e l’uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona» (Is 55, 7).
Per ulteriori approfondimenti alla lettura evangelica Mt 20, 1-16 si rimanda al link https://www.puntalobbiettivo.it/chiamati-a-lavorare-nella-vigna-di-un-padrone-misericordioso-meditazione-mt-20-1-16/ del 20 agosto 2023.
Mario Baldassarre