Lottare le tentazioni è principio di conversione

Lottare le tentazioni è principio di conversione

Febbraio 26, 2023 Off Di Redazione

La vita è un lavoro che chiede saggezza, una lotta che esige coraggio”, si legge in un diario di Henri Frédéric Amiel, filosofo del XIX secolo. Una visione veritiera che mette d’accordo fiduciosi e negazionisti sul difficile cammino che accompagna l’esistenza dell’uomo.

Il coraggio è l’arma vincente per non arretrare dinanzi alle difficoltà, talvolta, mutevoli, che mettono a dura prova il corpo e lo spirito, richiedendo una forte autodeterminazione e una buona dose di perseveranza per non farsi vincere dai venti contrari. “Non lottando mai si è sempre vinti”, scrive ancora il filosofo svizzero. Anche su questo pensiero non si può che essere d’accordo, se l’intento è quello di avanzare in sicurezza e non lasciarsi imprigionare dalle difficoltà. Questa condizione, oltre al coraggio, richiede saggezza e umiltà: virtù che si compensano vicendevolmente nel complicato cammino di vita.

Il lungo tempo di Quaresima ci accompagna in un percorso che prefigura e sintetizza il cammino della vita. Un tempo forte e prosperoso che, attraverso la conversione, la rettitudine, genera un rinnovamento dello spirito che conduce il cristiano alla Pasqua di risurrezione.

«Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato» (Mt 4, 1), si apre così la lettura del brano evangelico in questa prima domenica di Quaresima. Il deserto della tentazione è l’ambiente in cui, troppe volte, annaspa la nostra vita per condizioni legate ad una visione materialistica ed edonistica in cui lo stato di benessere viene sostenuto con spregiudicatezza e un orgoglio oltre misura. La tentazione del culto dell’apparenza genera un’estenuante rincorsa a livelli crescenti di affermazione, secondo criteri oltraggiosi e immorali. Le conseguenze, spesso, generano odio, scontro e violenza: immagini che si rincorrono nelle zone segnate dalla piaga della guerra, nelle diatribe politiche che si fondano su logiche e presupposti di spartizioni, secondo la logica del compromesso.

Allo stesso modo in cui Gesù viene tentato nel deserto, nel nostro oggi capita di mettere alla prova Dio quando non si crede e non si confida nel suo amore. La Parola deve guidarci a rinfrancare la relazione con Dio, anziché cercare delle conferme a visioni troppe volte distorte che vorrebbero Dio pronto ad avallare ogni umana pretesa. Si rischia, così, di attualizzare e riproporre quanto vissuto da Gesù nel deserto. La conversione a cui siamo chiamati presuppone un radicale cambiamento di prospettiva, rinunciando alle pretese oltraggiose e affidandosi alla sorgente di cura e amore che guarisce le ferite della nostra materiale fragilità, così da renderci persone migliori.

I padri del deserto sostenevano: «Nessuno, se non è tentato può entrare nel regno dei cieli. Togli le tentazioni e nessuno sarà salvato»; il combattimento contro il male costituisce, tuttavia, una prerogativa di salvezza, impegnandosi a “fuggire le occasioni del peccato” e a curarsi con il sacramento della redenzione. Il Signore, in questo tempo di Quaresima, ci conduce ne deserto dell’essenziale dove conta il sapersi bastare, avanzando con cura e carità per realizzare una crescita umana che non si limita a forme individualistiche, ma si apre al bene di una gioia condivisa. In questo modo, con naturalezza, si potrà sfatare quel luogo comune che identifica nella Quaresima un periodo di prova, penitenza e rinuncia a gioire. Questo tempo deve diventare propizio per rinforzare la nostra fede e orientare la vita ad una visione d’amore caritatevole per giungere con gioia alla Pasqua di risurrezione.

Mario Baldassarre