Prendersi cura è un gesto d’amore
Luglio 21, 2024Un leggero e sottile alito di vento porta una frescura piacevole in collina, lontano dagli stridori macchinosi delle piazze cittadine, dove si trova ristoro con spritz o bevande dissetanti sorseggiate in buona compagnia al tavolino di un bar. Modi diversi per affrontare le fatiche estive, con fronti madide di sudore e quel senso appiccicoso che si avverte sulla pelle.
L’estate è stagione di confine tra ciò che è stato e quel che sarà: il tempo feriale unisce rilassatezza a spensieratezza, posticipando più in là gli impegni lavorativi e progettuali. Questo tempo da “sole cocente” delinea un’emergenza perdurante e una tendenza verso un clima tropicale che va a soppiantare quello mediterraneo. Ogni estate si va a fronteggiare con nuovi record riguardanti il caldo stagionale. Nelle aree rurali più interne, la vegetazione mitiga le temperature, donando freschezza e ossigeno. In questo stato di quiete, è piacevole lasciarsi ristorare dal volo degli uccelli e dal ritmato canto delle cicale, che tradizionalmente è associato alla celebrazione della vita e dell’arte. In lontananza i rintocchi delle campane, a mezzogiorno, ricordano che la giornata nel suo lento e regolare divenire è al giro di boa.
Le vicende più o meno concitate della vita e i ritmi ben troppo frenetici ed incalzanti della quotidianità si riflettono sul corpo e sullo spirito, tant’è che le ferie sono intese come un tempo proficuo di rigenerazione e, in una visione spirituale, un momento per un attento discernimento, attraverso la meditazione e la contemplazione, come presupposto per affrontare con serenità il cammino della vita, senza lasciarsi contagiare dal negazionismo e da una visione troppe volte materiale. Prendersi cura di se stessi permette di aprire uno spiraglio più ampio di attenzione verso gli altri: una visione di reciprocità per poter migliorare la giornata di chi dà e di chi riceve, tralasciando l’individualismo, fino a farsi altro per l’altro. Le forme di incertezza e presunzione fanno avviluppare la vita intorno al proprio ego, così da prendere le distanze dal senso civico di socialità; prendersi cura, invece, esprime una forma d’amore che si moltiplica e genera valore aggiunto considerevole: una maniera singolare ed efficace per prendersi cura di se stessi.
«Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un pò» (Mc 6, 31). Gesù si prende cura e, nello stesso tempo, cura: attenzione e guarigione. La compassione non è un palliativo ma un atto concreto che fa maturare l’ottimismo e la speranza. «Quando ritrovi la compassione, quando impari di nuovo a commuoverti, il mondo si innesta nella tua anima. E se c’è sulla terra chi sa commuoversi per l’ultimo uomo, allora c’è speranza per il mondo» (Padre Ermes Ronchi). I sentimenti del sovrabbondante e dell’arrivismo sono situazioni quantitative, che annichiliscono la compassione e l’altruismo, rendendo i meccanismi sociali scarni dei sani valori di inclusione e di benessere sostenibile. Occorre qualificare non quantificare le proprie azioni per poterne vedere il vero valore e non essere sommersi dal troppo e dall’inutile.
Prenditi tempo
Prenditi tempo per pensare,
perché questa è la vera forza dell’uomo.
Prenditi tempo per leggere,
perché questa è la vera base della saggezza.
Prenditi tempo per pregare,
perché questo è il maggior potere sulla terra.
Prenditi tempo per ridere,
perché il riso è la musica dell’anima.
Prenditi tempo per perdonare,
perché il giorno è troppo corto per essere egoisti.
Prenditi tempo per amare ed essere amato,
è il privilegio dato da Dio.
Prenditi tempo per essere amabile,
questo è il cammino della felicità.
Prenditi tempo per vivere!
Pablo Neruda