Proclamato il santo delle vocazioni, don Giustino Russolillo
Maggio 15, 2022Dopo una lunga pausa dovuta all’emergenza sanitaria da Covid-19, in piazza San Pietro riprende il tradizionale rito dei processi di canonizzazione che vede la proclamazione di dieci santi: cinque italiani, due olandesi e tre francesi. Le restrizioni previste dall’avanzare della crisi pandemica hanno portato a graduali rallentamenti di numerose attività socio-culturali, oltre a quelle di natura religiosa e spirituale, con riflessi tangibili in ogni ambito del sociale.
La Campania vede l’elevazione all’onore degli altari del santo delle vocazioni, don Giustino Russolillo, nato nel quartiere napoletano di Pianura il 18 gennaio 1891 e morto, in odore di santità il 2 maggio del 1955.
Giustino Russolillo fondò la Congregazione dei Padri Vocazionisti, nel 1914, e delle Madri Vocazioniste, nel 1921. Le opere, mirabilmente concepite dal santo partenopeo, ancora oggi proseguono attivamente in vari angoli del mondo.
Una vocazione nella vocazione quella di don Giustino che, memore dei dinieghi e delle difficoltà per entrare nel Seminario diocesano di Pozzuoli, emise un solenne voto: «Spenderò la mia vita per suscitare e coltivare vocazioni allo stato ecclesiastico», potendo così accogliere quanti, nonostante le ristrettezze economiche, intendevano donare la vita al Signore.
Don Giustino, sacerdote, poeta, cantautore, è stato autore di numerosi articoli di carattere spirituale e ha fondato e diretto la rivista Spiritus Domini, ancora oggi molto diffusa. «Era un uomo che sentiva fortemente la vocazione alla vita in tutti i suoi passaggi e si spendeva completamente donando a coloro che sentivano la vocazione sacerdotale la possibilità di discernere», è il profilo del santo delle vocazioni delineato da don Antonio Rafael do Nascimiento, superiore generale dei Vocazionisti.
L’evento prodigioso, che ha permesso di proclamare santo don Russolillo, riguarda la guarigione inspiegabile di Jean Emile Rasolofo, giovane Vocazionista del Madagascar, svegliatosi miracolosamente da uno stato di coma irreversibile senza riportare danni agli organi vitali.
«Fatti santo che tutto il resto è zero» è stato il motto del “santo prete”, come veniva chiamato don Giustino Russolillo, ed è un invito quantomai attuale in un tempo difficile per le sorti dell’umanità.
Mario Baldassarre