Quella luce che dà senso all’esistenza
Marzo 5, 2023Quaresima, tempo forte, intenso, nel cammino verso la Pasqua. Tempo di contrizione e meditazione per costruire un cammino fatto di tappe bene-dette: una verità che travalica ogni limite temporale e materiale per aprirsi alla Risurrezione del Figlio di Dio e alla definitiva vittoria sul peccato; un viaggio interiore nel deserto delle nostre esistenze spesso ingannate da apparenti oasi, che fanno da palliativo ai mali cronici di un tempo sterile. Le vicende degli ultimi anni, in tempo di Quaresima, ci rimandano immagini di costernazione che hanno segnato le tappe di un secolo in divenire.
Gli eventi del Covid-19 sono stati momenti difficili e lunghi periodi di prova per il corpo e lo spirito. Le vicende della crisi pandemica hanno rivelato con esattezza la fragilità umana, smontando l’orgoglio e la presunzione di essere custodi di ogni verità, padroni di cose per le quali non si hanno meriti. Nonostante tutto, il cammino nel deserto della tentazione ha accompagnato gli ultimi periodi prepasquali con l’acuirsi di una guerra insensata animata da correnti di odio fomentate da politiche militari lontane dalla negoziazione pacifica.
Quest’anno il tempo quaresimale, ancora segnato dalla guerra, a varie latitudini territoriali, si è aperto con il terribile naufragio, alle porte della Calabria, di un’imbarcazione di migranti turchi. Le immagini di morte e le grida di dolore hanno fatto eco nelle nostre coscienze, imponendo di rivedere e correggere il cammino dell’umanità verso una prospettiva salvifica. Questo tempo dovrà essere fecondo, affinché dal momento di prova possa maturare una nuova visione di vita incardinata intorno alla carità e all’amore reciproco per un cammino sostenibile di pace e prosperità. Dio cerca la nostra umanità peccatrice senza scandalizzarsi dinanzi alle ripetute e continue resistenze.
Dal deserto della tentazione, il Signore ci accompagna al monte della trasfigurazione: i cammini ascendenti sono sinonimo di fatica e sacrificio e, al tempo stesso, elevano lo spirito verso la luce e l’amore di Dio: un cammino di conversione e di rinnovamento che si disarticola dal buio del peccato alla luce guaritrice della misericordia di Dio. La perseveranza nell’andare in questa direzione è motivo di guarigione, contro la visione retrograda e falsa di un peccato che rifugge il perdono: una visione che diventa tentazione tanto da annichilire una sana crescita spirituale. La Quaresima vista in questa direzione appare come tempo di prova; nella prospettiva che porta alla luce della conversione e della trasfigurazione della sofferenza in una visione salvifica diventa, invece, prerogativa di vita che si apre all’eternità.
L’esperienza dei discepoli, Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello, sul monte Tabor deve diventare la trasfigurazione delle nostre fragilità, dei nostri limiti, per riportare la luce dell’amore di Dio nei nostri cuori contriti e, troppe volte, abitati dal buio della ripugnanza e dell’indifferenza. Il teologo Simone Morandini, sulle pagine del settimanale Credere, scrive: «Quaresima è anche l’invito a contemplare alla luce della Parola il nostro personale cammino con Dio, a rimeditarne gli snodi e le scelte nella luce di un volto benedicente, ad attingere sempre e di nuovo alla fonte della vita in cui esso si radica. Così anche la nostra stessa esistenza potrà talvolta apparire trasfigurata, rivelando tracce di una presenza nascosta di Dio, da coltivare e approfondire».
Il viaggio interiore, così percorso, potrà far maturare quella gioia contagiosa per tramutarsi in un pellegrinaggio corale verso Dio sorgente d’amore, di pace e misericordia.
Mario Baldassarre