Rigenerare il corpo e lo spirito nelle vacanze estive

Rigenerare il corpo e lo spirito nelle vacanze estive

Agosto 4, 2024 Off Di Mario Baldassarre
Immagine tratta da https://www.lalucedimaria.it/

Agosto da bollino rosso. Le cronache confermano il trend crescente delle alte temperature, senza tregua per la calura che mette a dura prova il corpo, creando apatia e quel senso di spossatezza che, nelle persone anziane, si traduce in uno stato di inettitudine o di riposo forzato in ambienti ventilati. L’estate da cicale accompagna un po’ tutti, tant’è che in campagna, nelle ore più soleggiate, il frinire diventa una melodia altisonante che prosegue fino all’imbrunire.

La frescura serale, che si comincia a percepire nelle zone ventilate montane, s’impreziosisce dalle tonalità stridule dei grilli: un modo di certo ben edulcorato per abbandonarsi alla meditazione e alla contemplazione, ascoltando le voci autentiche e mai stonate della natura circostante. Il tempo delle vacanze diventa proficuo quando aiuta a rigenerare lo spirito, sgrossando lo stress e quella veemenza farraginosa che accompagna giornate lavorative congestionate. La modernità e lo stato di dipendenza, che ci vuole sempre connessi con le vicende goffe e sgraziate del mondo, non ci permettono di “staccare la spina” con il telefonino e la multimedialità, per poterci rigenerare in maniera sana nel dialogo con Dio, come ci ricorda papa Francesco. «La vacanza è il tempo della libertà, non come liberazione dallo studio, ma perché obbliga alla fatica e alla responsabilità della libertà e della sincerità. È il tempo in cui viene a galla quello che vuoi veramente», ci ricorda Don Giussani.

Un momento importante da trascorrere responsabilmente per recuperare forza, vitalità e l’umanità con un attento e esercizio spirituale attraversato dalla carità verso i meno abbienti e gli indigenti. Le cronache televisive ripropongono la piaga del caporalato, evidenziando così quello stato di schiavitù che, resistendo nel nostro tempo, nonostante le lotte sindacali, prende posto alle nostre tavole talvolta imbandite da falso perbenismo e da una scarsa sensibilità verso un sistema che travalica i limiti temporali, inquinando gli spazi angusti della modernità. Il tempo della spensieratezza e della tranquillità dagli impegni opprimenti della quotidianità rivela chi effettivamente siamo e i valori che accompagnano le nostre vite: ecco perché è bene coltivare una sana attività spirituale, capace di recuperare la nostra umanità e poter leggere con purezza la realtà.

«Fratelli, vi dico dunque e vi scongiuro nel Signore: non comportatevi più come i pagani nella vanità della loro mente, accecati nei loro pensieri, estranei alla vita di Dio a causa dell’ignoranza che è in loro, e per la durezza del loro cuore» (Ef 4,17-18), è il monito di San Paolo, che risuona con chiarezza nel nostro tempo e nei momenti in cui, mancando la preghiera e le relazioni contemplative spirituali, possono prevalere condotte improvvide.

Queste giornate potranno rendersi rigenerative nella misura in cui si cerca di abbandonare «l’uomo vecchio con la condotta di prima, l’uomo che si corrompe dietro le passioni ingannatrici […] e rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera» (Ef 4, 22-24). Prima che arrivi la tempesta sulle spiagge imbandite delle nostre vite, mi sovvengono gli insegnamenti del caro amico Nicola, che in questi momenti mi ricordava, nel suo dialetto sdolcinato, «‘e furmiche song carrettiere!»

Rendiamo quindi le nostre vite corbelli di speranza, condita da significativi gesti di carità, per affrontare le fatiche e il tribolato viaggio della vita, come le formiche che nella prosperità hanno lo sguardo rivolto al lungo inverno e ai tempi di frontiera.