Sindacati (UILTEC/UIL, FILCTEM/CGIL, FEMCA CISL/ UGL/ENERGIA) proclamano lo stato di agitazione: I SINDACATI ESPRIMONO IL LORO DISSENSO ALLA DIVISIONE DEGLI ATO.

Sindacati (UILTEC/UIL, FILCTEM/CGIL, FEMCA CISL/ UGL/ENERGIA) proclamano lo stato di agitazione: I SINDACATI ESPRIMONO IL LORO DISSENSO ALLA DIVISIONE DEGLI ATO.

Febbraio 4, 2022 Off Di Redazione

Questo il comunicato diffuso dalle RSU

La RSU di Alto Calore Servizi s.p.a. vuole esprimere il proprio diniego alla proposta formulata di un eventuale separazione della gestione del territorio Irpino da quello Sannita a livello acquedottistico.

La voluntas legis introdotta della “legge Galli” circa il principio del ciclo integrato delle acque troverebbe una ulteriore mortificazione di fatto, per incapacità di programmare scelte lungimiranti e condivise dai territori. Le scriventi OO.SS. ritengono improponibile tale volontà che non garantirebbe la risoluzione dei problemi legati all approvvigionamento idrico di una parte del territorio Sannita in virtù del fatto che lo stesso non avrebbe la risorsa idrica sufficiente, pura alla fonte, per essere totalmente autonomo.

La risorsa idrica, infatti, al fine di garantire la continuità dellapprovvigionamento idrico nella provincia di Benevento dovrà essere necessariamente fornita dalle falde acquifere ricadenti nel territorio irpino come attualmente avviene. Riteniamo che gli investimenti programmati per addurre le acque della diga di Campolattaro alle “colline beneventane” non siano una priorità rispetto al rifacimento delle reti idriche dei comuni beneventani. I 470 milioni di euro previsti come investimenti per realizzare condotte adduttrici, ben andrebbero spesi per rifare le reti idriche interne dei 72 comuni beneventani; 6,5 milioni di euro per comune in media sarebbero più che sufficienti ad ottenere un risultato migliore.

Nelle reti comunali il 75% della risorsa addotta si disperde per vetusta e completamento del ciclo utile delle condutture idriche. Spendere soldi per addurre ancora acqua a delle reti colapasta, a nostro avviso, non risolve il problema, ma lo aggrava. Altro è dare uno scopo più nobile alla diga di Campolattaro con relative modiche del sistema acquedottistico e costi annessi. Un mancata programmazione degli anni passati non può riverberarsi contro una società pubblica, che tra mille difficoltà infrastrutturali ha garantito lapprovvigionamento idropotabile del territorio irpino e sannita per 82 anni.

Riteniamo che la divisione dei due territori in due ATO separati non sia la assolutamente la soluzione opportuna né ai fini acquedottistici e ne tantomeno può rappresentare un vantaggio per lAlto Calore Servizi nella situazione che vive. Sarebbe una sconfitta per lAlto Calore Servizi s.p.a. che si vedrebbe ridurre il territorio di competenza e il suo patrimonio.

Riteniamo che l’Azienda Alto Calore Servizi s.p.a. abbia tutte le possibilità per uscire da questa tragica situazione con un piano industriale idoneo che miri al risanamento dellazienda e della gestione del servizio idrico adottando una sana politica gestionale in uno alla realizzazione di investimenti infrastrutturale oramai ineluttabili.