Solo la misericordia di Dio può cavalcare l’onda anomala dell’umanità peccatrice
Aprile 3, 2022La piaga del peccato evidenzia la debolezza della natura umana, da non considerarsi limite invalicabile, purché supportata e curata dalla delicata misericordia di Dio. La divina redenzione è condizione imprescindibile per ripartire dopo ogni caduta, pur riconoscendosi con umiltà, peccatori. Dio è Padre che non condanna, ma ascolta la purezza dei cuori contriti. Il mancato riconoscimento delle proprie debolezze può portare un male a metastatizzare con gravi e, talvolta, irreversibili conseguenze: si tratta di una condizione valida sia per la salute fisica che per quella spirituale.
Spesso l’orgoglio e la vana supponenza della natura umana ci inducono a non chiedere questa fonte gratuita e benefica di perdono. Queste situazioni vengono acuite quando prevalgono giudizi accusatori a volte immotivati e inconsistenti: prevale quel senso di presunzione che, ingrigendo il cuore, non fa entrare la luce dell’amore di Dio. L’uomo che con umiltà si affida alla divina redenzione, riconoscendo queste condizioni, può essere purificato per ricominciare dopo ogni inciampo.
L’episodio evangelico della donna adultera, narrato dall’evangelista Giovanni, delinea con delicatezza la cura benefica e amorevole di Dio.
Hanno pietre in mano i farisei per condannare la colpa della donna peccatrice; hanno un cuore di pietra nell’ergersi a giudici verso la donna e verso Gesù con la presunzione di fargli fare un passo falso. L’amore rigenera, rinnova, guarisce.
«Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei» (Gv 8, 7). Sono lapidarie le parole di Gesù contro il peccato, non contro i peccatori, riconoscendo la fragilità della natura umana purificata dalla misericordia di Dio: unico vero e giusto giudice. Le pietre della condanna vengono trasformate in nuove possibilità per un cambiamento migliore e duraturo: è quanto un buon padre vuole per il proprio figlio. Il perdono apre il cuore alla gioia, alla fiducia e, al tempo stesso, al pentimento per il peccato commesso.
«Dove sono coloro che ti accusavano? Nessuno ti ha condannata?» (Gv 8, 10) dice Gesù alla donna. La misericordia solleva, facendoci incamminare in sicurezza e con un cuore rinnovato lungo i sentieri accidentati del tempo.
«Quando giudichiamo il prossimo – scrive il servo di Dio don Dolindo Ruotolo – Gesù si curva sulla nostra miseria e scrive sulla terra della nostra fragile creta, riconciliando le nostre iniquità, perciò abituiamoci a compatire le debolezze altrui e a meritarci misericordia, usando misericordia.»
«Neanche io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più» (Gv 8, 11) dice Gesù alla donna pentita e purificata dal perdono. «Il comandamento – scrive Papa Francesco – si dà per l’avvenire, per aiutare ad andare, per “camminare nell’amore”. Questa è la delicatezza della misericordia che guarda con pietà il passato e incoraggia per il futuro».
In questa Quaresima, che volge alla Santa Pasqua di Resurrezione, chiediamo a Dio un cuore puro e caritatevole per essere purificati dalla misericordia di Dio ed essere misericordiosi con i nostri fratelli.
Mario Baldassarre