Solo l’amore trasfigura le umane sofferenze
Marzo 13, 2022Soffia un vento gelido di guerra sul mondo.
Dalle latitudini orientali dell’Ucraina da giorni l’esercito russo avanza con fermezza un attacco militare, seminando morte, paura, interrogativi che si rincorrono da un capo all’altro del mondo ed invitano ognuno ad una sommessa e triste riflessione. Le imprese belliche hanno attraversato ogni secolo insinuandosi in maniera strisciante nel terzo millennio poco più che ventenne. La tecnologia, il progresso, l’evoluzione di pacifiche forme di pensiero niente hanno potuto dinanzi alla brutalità che muove la mano dell’uomo contro un suo simile.
La “pace” è parola abusata e al tempo stesso inflazionata, diventando un miraggio dell’anima come oasi nel deserto. Dopo l’ondata deflagrante di una virosi pandemica ancora in atto, la guerra raggela gli animi sempre più contriti alla ricerca di pace, equilibrio e serenità.
Dov’è Dio? Perché permette tutto questo?
Sono interrogativi che si rincorrono con forza e risolutezza ad ogni angolo di sofferenza e, mai come ora, tuonano in questo lungo e austero cammino quaresimale. Accecati dall’orgoglio e dalla presunzione di porre al primo posto interessi egoistici e personali, non si riescono ad intravedere fattibili soluzioni che facciano ritrovare pace e serenità nel cuore. Bisogna lasciare che la luce di Dio possa ritornare ad invadere le nostre vite e le umane debolezze per poter ritrovare relazioni di pace e amore con Lui e con il prossimo. Dio entra attraverso usci socchiusi, non gradisce tavole imbandite per gozzovigliare, come è nell’umana consuetudine, ma si accontenta di un ambiente disadorno per spezzare il pane della condivisione.
La Parola, come il seme accolto dalla terra germoglia e dà frutto, può crescere e maturare riportando gioia, pace e serenità. (Isaia 55). Solo in questo modo le sofferenze e le “croci” della vita possono diventare principi di salvezza. Il volto di Dio è custodito nella Parola del Signore che invita ad ascoltare, pregare e meditare, affinché questo mistero di salvezza, destinato ad arrivare anche agli altri, possa rivelarsi per trasfigurare le miserie e le paure in sorgenti incontenibili d’amore.
In questo tempo così carico di prove per il corpo e lo spirito, la salvezza, come afferma san Paolo nella lettera ai Filippesi, passa attraverso la Croce di Cristo che “trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso” (Fil 3, 21).
Il volto trasfigurato di Gesù, visto dagli apostoli sul monte Tabor, possiamo rivederlo nel volto sofferente dei tanti fratelli che sfuggono dinanzi all’imperversare di guerre e atrocità, nelle lacrime di bambini denutriti e abbandonati, nel volto scarno e sofferente di David, il profugo ghanese, scaricato dall’ospedale di Avellino, come sacco d’immondizia, davanti alle porte della Caritas cittadina. Questo caso sta facendo così tanto clamore nel capoluogo irpino ed è un accorato invito alle istituzioni e alla comunità tutta ad accogliere la preghiera silenziosa di questo povero fratello che incarna i segni viventi della Passione di Cristo. Dio non ha mai disprezzato gli uomini, ma si è fatto uomo per amore e per redimere l’umanità dalla piaga del peccato.
A te Maria affidiamo il nostro dolore per trasfigurarlo in sorgente d’amore.
Mario Baldassarre