Te piace ’o presepe?
Dicembre 11, 2019Dobbiamo aspettare il ‘500 per arrivare al presepe per come lo conosciamo oggi, e più precisamente dobbiamo aspettare l’arrivo del presepe a Napoli : maestra per eccellenza dell’arte del presepe moderno. La storia ci narra di come San Gaetano Thiene, fondatore dell’ Ordine dei Padri Teatini , fosse rimasto folgorato durante il suo soggiorno a Roma di fronte al presepe arnolfiano. Decise di replicarlo a Napoli, al suo arrivo nel 1534: ben presto la sua cura e la sua devozione accrebbero il successo del presepe, che cominciò ad essere riprodotto nelle chiese del capoluogo campano di anno in anno durante il periodo natalizio. Le statuette cominciarono ad essere fabbricate con cura e con la più precisa e nobile arte artigiana: il presepe barocco napoletano è composto di statuette di legno, rivestite di stoffa e abiti preziosi. Il Settecento è considerato il secolo d’oro dell’arte del presepe napoletano: la rappresentazione non si fermava più soltanto alla natività, ma si allargava a contenere anche tutto un ambiente esterno formato da personaggi a metà fra sacro e profano. Spuntano infatti in questo periodo oltre ai Magi, pastori, personaggi tipici del folklore napoletano e popolare del periodo, osti, pescatori, vinai e venditori di ogni tipo. In questo periodo il presepe entra anche nelle case dell’aristocrazia, che ne fa una vera e propria gara allo sfarzo. Si racconta che lo stesso Carlo III di Borbone, re delle Due Sicilie dedicasse il proprio tempo libero alla costruzione di statuette, affascinato da questo tipo di artigianato. Basta passeggiare tutt’oggi per via San GREGORIO ARMENO a Napoli per capire il motivo del vanto del presepe alla napoletana, in cui anche personaggi famosi dello spettacolo o della politica vengono trasformati in statuette e assistono alla nascita di Gesù Bambino.
Oggi l’arte del presepe è presente in molti Paesi del mondo, che lo arricchiscono e lo interpretano secondo i propri punti di vista e la propria storia culturale. Una forma d’arte, riconosciuta da grandi e piccini, da religiosi e laici, perché prima di tutto racconta la storia di una famiglia come altre, che prima fra tutte però, ha celebrato il Natale.